FORMEDIL



 

Interventi
Giuseppe Virgilio - Segretario Nazionale FILCA CISL - Vicepresidente Formedil

Il progetto sperimentale sulla formazione per l'apprendistato è stato promosso dal Formedil Nazionale, che coordina ed orienta il sistema bilaterale e paritetico della formazione professionale nel settore delle costruzioni, a seguito dell'accordo sindacale siglato il 20 gennaio 1998 tra FENEAL UIL - FILCA CISL - FILLEA CGIL Nazionali e ANCE Nazionale.

Esso si misura con l'innovazione introdotta nel corso dell'ultimo anno nel campo della formazione professionale ed ha come obiettivo la diffusione del nuovo istituto, modificato dall'art. 16 della L.196/97, in tutto il territorio nazionale attraverso la rete delle Scuole Edili territoriali esistenti in ogni provincia, partendo da una sperimentazione che, successivamente, possa rappresentare un modello operativo a regime.

Il progetto si misura in particolar modo su tre questioni strategiche:

  • ruolo e prospettive delle Scuole Edili e del sistema FORMEDIL nel suo insieme con l'obiettivo di elevare l'efficienza delle risorse impegnate ed omogeneizzare verso l'alto la qualità delle attività;
  • raccordo della formazione con le reali domande di professionalità del sistema impresa;
  • raccordo tra formazione e mercato del lavoro a partire dalle innovazioni introdotte con la Legge Treu n°196/97.

Infatti, per un verso l'edilizia è formata da un contesto produttivo in cui la struttura occupazionale è basata sul mercato del lavoro tendenzialmente duale dove, accanto ad una parte di lavoratori che per ruolo, funzioni, capacità professionali costituiscono il cuore strategico delle imprese, affiora una galassia di lavori e professioni che sono utilizzate dal sistema delle imprese nel 94% dei casi sistema di piccole e medie imprese, con meccanismi di coinvolgimento precari, a tempo, sulla base di rapporti occasionali ed informali.

Questa frantumazione indica che il lavoro edile è sempre più in maggioranza, per così dire, fuori dalle imprese e perciò vanno innovate tutte quelle politiche tese a rafforzare i presidi di settore di fronte alla debolezza dei presidi di impresa. Ragionare sulla qualità delle risorse umane nel settore delle costruzioni, perciò, significa ragionare sui flussi di ingresso e di uscita dal lavoro settoriale e sui presidi destinati a servire il mestiere e i suoi lavori .

Il settore delle costruzioni si presenta , peraltro, come un settore con rischio elevato e specifico, poco attrattivo per i giovani e per i meno giovani, come un contesto ad elevata dispersione imprenditoriale e con la presenza di un mercato del lavoro tendenzialmente duale, tutti fattori che rendono oggettivamente difficile la gestione dello stesso mercato del lavoro.

In un settore così fotografato la vita di un lavoratore è forse sin dall'ingresso un intreccio di percorsi ed esperienze di lavoro e di non lavoro che si susseguono in un mercato del lavoro che è quello legale ed in un mercato del lavoro parallelo, con entrate ed uscite che possono aver luogo in vari momenti della vita lavorativa ed in cui la legislazione ed il contratto sono elementi di razionalizzazione.

Rapportare ad un simile contesto politiche di gestione del mercato del lavoro non è facile: esse devono necessariamente essere concepite a livello di settore e non semplicemente di azienda e pensate come il susseguirsi di occasioni ricorrenti di qualificazione, aggiornamento e di opportunità programmate permanentemente lungo l'intero arco della vita lavorativa.

Per altro verso il progetto sperimentale sull'apprendistato viene ad incontrarsi con un nucleo diffuso di un buon meccanismo di formazione permanente , e con una serie di risorse che per il settore costituiscono un'opportunità eccezionale: un finanziamento contrattuale cioè specifico per la formazione, una rete di organismi bilaterali presenti sul territorio che affonda la sua tradizione in una storia antica, un impianto contrattuale che accanto ad elementi datati, presenta innovazioni significative.

E' innegabile che l'obiettivo di rivedere l'assetto del sistema professionale nel settore delle costruzioni non può non inserirsi all'interno di un contesto che con l'apprendistato e con la formazione continua viene a modificarsi. Si rende evidente, cioè, in primo luogo che un organismo di formazione non può porsi oggi come centro di servizi senza trovare una collocazione operativa, esplicita e definita nell'implementazione e/o nell'evoluzione di un nuovo sistema di incontro tra domanda ed offerta gestito dalle parti sociali.

Infatti la questione formazione non è avulsa dalle trasformazioni epocali che stanno attraversando l'intero mercato del lavoro , di cui la formazione è segmento integrante non secondario e però nell'immediato futuro componente non isolabile rispetto alle più complesse politiche di gestione della risorsa lavoro. Ciò pone il sistema formativo delle Scuole Edili di fronte alla necessità di un salto di qualità che non è una questione di mero ordine tecnico organizzativo affrontabile e risolvibile con soluzioni ancora una volta tutte interne al problema formativo. Essendo la formazione di ingresso, di aggiornamento e continua, strumento essenziale ma non unico ed assestante per governare e sostenere l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, tutto ciò è ancora più rilevante anzi vitale per un settore come quello delle costruzioni, in cui il mercato del lavoro deve far fronte a processi di destrutturazione incontrollati e pericolosi.

Il problema allora per il sistema delle Scuole Edili non è semplicemente quello perciò di migliorare le condizioni del servizio, partendo da questioni che afferiscono la sfera delle teorie e delle tecniche formative. Questo è un problema importante ma di seconda battuta che rischia di diventare fuorviante se non si affronta il problema di fondo: formazione di chi e per quale mercato in funzione di quali percorsi di collocamento ed ingresso e con quali forme di garanzie alla permanenza.

Il progetto sperimentale dell'apprendistato si incontra con queste due questioni fondamentali che abbiamo provato a schematizzare ed affronta appunto le domande più essenziali che oggi si pongono al sistema formativo bilaterale: la riattivazione di percorsi di ingresso attraverso la formazione, l'intreccio tra servizi per l'impiego e formazione professionale e la qualità del servizio svolto dal sistema di formazione professionale.

Il progetto sperimentale per l'apprendistato ha incontrato queste questioni ed ad esse ha dato alcune risposte che complessivamente vanno valutate nella fase sperimentale positivamente.

I punti di partenza per l'elaborazione del progetto sono stati posti a Verona nel corso di un convegno del 12 dicembre 1997, allorchè si è analizzato in specifico il tema dell'innovazione della formazione di ingresso nel settore delle costruzioni e si sono individuate alcune regole di buona prassi da assumere come obiettivi condividisi dalle parti in campo per rinnovare le modalità di offerta della formazione ai giovani ed alle imprese.

Il progetto si è raccordato alle iniziative avviate dal Ministero del Lavoro per rilanciare l'istituto dell'apprendistato con le nuove modalità previste dall'art. 16 della L. Treu, associando a questo strumento l'idea di un rilancio presso i giovani dell'immagine del lavoro edile come lavoro professionalizzante ed appetibile se scelto attraverso la formazione. Il tutto con l'obiettivo di coinvolgere le imprese all'interno di un processo positivo di interazione con il sistema formativo di settore che consenta alle imprese stesse di beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge.

Il progetto si è così articolato in una durata biennale, ha programmato l'incontro con 2.000 allievi, di cui 1.210 nel Centro Nord , si è rivolto agli operai ma anche agli impiegati e tecnici, con una durata dei cicli di formazione pari a 288 ore per gli operai e a 216 ore per gli impiegati. Il progetto sperimentale strutturato in forma modulare si caratterizza per la flessibilità, la qualità dei contenuti, la concentrazione del tempo formativo e può rappresentare un modello organizzativo di formazione innovativo ed utile.

Una particolare attenzione è stata posta all'innovazione dei contenuti formativi professionalizzanti con l'obiettivo di sperimentare sugli apprendisti un modello di crescita professionale che li accompagni lungo tutta la vita lavorativa.

A consuntivo è possibile affermare che l'obiettivo della multiregionalità della sperimentazione è stato pienamente conseguito. Le attività formative realizzate, in particolar modo nel Centro-Nord , sono infatti le seguenti: n°72 edizioni corsuali di cui n° 64 rivolte ad operai e n° 8 ad impiegati. Inoltre 6 edizioni corsuali si sono realizzate al Sud. Le attività sono state svolte in 12 regioni: l'Emilia, il Friuli, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, il Piemonte, l'Umbria, il Veneto, la Sardegna e la Basilicata. Alle attività di formazione hanno partecipato giovani apprendisti di queste realtà per un totale di 898 iscritti e di un numero finale di allievi che hanno terminato l'intero iter di formazione esterna pari a 735.

Le fasi di realizzazione del progetto sono risultate le seguenti:

  • monitoraggio del fabbisogno di apprendisti e dei relativi requisiti professionali;
  • predisposizione di materiali promozionali per la diffusione nei territori dei contenuti e delle opportunità offerte nel progetto sperimentale;
  • progettazione formativa e produzione dei materiali didattici; in particolare è stato realizzato un CD con il trasferimento on-line dei materiali attraverso l'attivazione sul sito web del FORMEDIL di una sezione INTRANET;
  • formazione dei formatori destinati ai tutors coordinatori delle attività di sperimentazione ;
  • realizzazione delle attività formative;
  • indagine sul profilo degli apprendisti edili;
  • monitoraggio in progress e finale delle attività avviate con l'obiettivo di verificare i livelli di attuazione, registrare problemi ed ostacoli incontrati, per predisporre una rimodulazione del progetto;
  • diffusione dei risultati del primo anno.

Le considerazioni che schematicamente possono farsi sulla sperimentazione del progetto sono le seguenti:

  • la pratica realizzazione del progetto si è incontrata con alcune difficoltà oggettive quali: la natura precaria del rapporto di lavoro edile legato al carattere temporaneo del cantiere, la non chiarezza dei comportamenti INPS verso le imprese in merito all'obbligatorietà della formazione esterna; la scarsa informazione dei consulenti del lavoro, le resistenze culturali in alcune aree del Paese , specie al Sud, verso l'utilizzo dello strumento dell'apprendistato; l'oggettiva concorrenza di altri strumenti agevolativi nelle aree depresse del Paese.
  • E' stata inoltre registrata dalle Scuole Edili di alcune regioni la difficoltà di raccordare il progetto sperimentale nazionale con le attribuzioni di competenza degli Enti regione in materia di accreditamento degli enti e di certificazione dei crediti formativi.
  • La riduzione delle edizioni dei corsi per gli impiegati, probabilmente da attribuirsi alla novità rappresentata dall'estensione dell'istituto dell'apprendistato alle qualifiche impiegatizie.
  • Le parti sociali del settore delle costruzioni, attraverso il progetto FORMEDIL, ritengono comunque che il nuovo apprendistato, attraverso il sistema bilaterale di formazione del settore, possa contribuire al necessario ricambio di manodopera, offrendo ai giovani che si avvicinano all'edilizia una prospettiva credibile al lavoro e di costruzione, attraverso la formazione, di una carriera professionale.
  • La gestione del modello di formazione per apprendisti testato nel corso del presente progetto sperimentale può essere messo in rete attraverso il sistema delle Scuole Edili. Questa possibilità è vista come un banco di prova importante, un'occasione per migliorare il rapporto costi/benefici con l'obiettivo di elevare la produttività complessiva del sistema formativo nazionale di settore.