Modulo 1.2: capacità di prevedere sequenze esecutive
di carpenteria in legno per getti in calcestruzzo
Conoscenze di settore
TECNOLOGIA EDILE: Conoscenze chimico-fisiche sui materiali - Il legno da costruzione - Caratteristiche del legno da costruzione Arch. Alberto Pedrazzoli
Andrea Sardena


PESO SPECIFICO

Definizione

E’ il peso in Kg dell’unità di volume del legno considerato (m3).

Il legno va prima essiccato (acqua inferiore al 15% del peso complessivo).

Osservazioni

Più alto è il peso specifico, più il legno è compatto, robusto, duro, difficilmente lavorabile ma suscettibile di buona finitura.

Pesi specifici dei legni più comuni

Nome

kg/m3

Nome

kg/m3

Nome

kg/m3

ABETE

450

FRASSINO

750

PIOPPO

480

ACERO

670

LARICE

600

PLATANO

650

BETULLA

620

NOCE

700

QUERCIA

820

CASTAGNO

650

OLMO

700

ROBINIA

750

CIPRESSO

720

ONTANO

480

TASSO

900

FAGGIO

700

PINO

570

TIGLIO

520

LAVORABILITÀ

Definizione

Attitudine del legno ad essere tagliato e piallato sia longitudinalmente che trasversalmente le fibre, ottenendo elementi che non si frantumano e con le superfici lisce

Osservazioni

La lavorabilità varia non solo da pianta a pianta ma anche nello stesso pezzo di legno

Normalmente il taglio e la piallatura sono più agevoli lungo le fibre.

I legni pesanti e duri si tagliano meglio se umidi, perché sono meno duri e non si impastano. I legni leggeri e teneri invece con l’umidità si rigonfiano e presentano maggior resistenza al passaggio delle lame.

L’abete è un legno abbastanza lavorabile.

FENDIBILITÀ

Definizione

Attitudine del legno ad essere spaccato conficcandovi cunei, dando luogo ad una frattura con superficie netta, piana e liscia.

Classificazione dei legni

Difficilmente fendibili

Mediamente fendibili

Facilmente fendibili

PLATANO

ACERO

BETULLA

FRASSINO

QUERCIA

CASTAGNO

FAGGIO

CIPRESSO

 

ABETE

NOCE

ONTANO

TIGLIO

PIOPPO

DUREZZA

Definizione

Capacità del legno di resistere alla penetrazione da parte di oggetti. Si prova osservando l’impronta lasciata sulla superficie da una sfera di acciaio, quando è battuta su di essa.

Classificazione dei legni

Extra duri

BOSSO, EBANO, GUAIACO

Molto duri

CORNIOLO, TECK

Duri

ACERO, CILIEGIO

Discretamente duri

CASTAGNO, FAGGIO, MELO, NOCE, PERO, ROVERE

Mediamente duri

FRASSINO, OLMO, PINO

Teneri

ABETE, BETULLA, LARICE, ONTANO

Molto teneri

PIOPPO, SALICE, TIGLIO

Spugnosi

SUGHERO

RESISTENZA MECCANICA

Definizione

Capacità del legno di resistere alle sollecitazioni di trazione, compressione, taglio, flessione, torsione

Osservazioni

La resistenza a trazione è superiore se le fibre sono parallele alla direzione della sollecitazione

La resistenza a compressione è leggermente superiore se le fibre sono perpendicolari alla direzione della sollecitazione

Il legno resiste al taglio se le fibre sono perpendicolari alla direzione della sollecitazione. Nel caso contrario la resistenza è minima

La resistenza a flessione è maggiore quando le fibre sono perpendicolari alla direzione dei carichi applicati alla trave

La resistenza a torsione è maggiore quando le fibre sono perpendicolari alla sollecitazione e cioè parallele all’asse della trave

TENACITÀ

Definizione

Attitudine del legno di resistere alle sollecitazioni dovute agli urti.

Sono molto tenaci le piante molto fibrose

Classificazione dei legni

molto tenaci

poco tenaci

FAGGIO, FRASSINO, OLIVO, QUERCIA

ABETE, BETULLA, CASTAGNO, PLATANO

ELASTICITÀ

Definizione

La capacità del legno di riassumere la forma iniziale al cessare della sollecitazione.

Osservazioni

Sono più elastici e si piegano senza spezzarsi i legni giovani, poco stagionati ed più umidi. Per piegare il legno è quindi necessario bagnarlo a fondo.

Classificazione dei legni

molto elastici

mediamente elastici

poco elastici

FRASSINO, OLMO

ABETE, FAGGIO, NOCE, PIOPPO

CASTAGNO, PINO, QUERCIA

DEFORMAZIONE DEL LEGNO

Definizione

La deformabilità del legno è in funzione del rapporto fra il ritiro radiale e il ritiro tangenziale

Classificazione dei legni

a bassa deformabilità

a normale deformabilità

ad elevata deformabilità

CASTAGNO, MOGANO, NOCE

ACERO, FRASSINO, OLMO, ROBINIA, TEAK

ABETE, FAGGIO, LARICE, PIOPPO

Tipi di deformazione

RITIRO RADIALE

IMBARCAMENTO

ARCUATURA

RITIRO TANGENZIALE

SVERGOLAMENTO

FALCATURA

DIFETTI

Definizione

I difetti del legno sono collegati alle traversie, difficoltà e malattie che la pianta ha subito nel corso della sua vita.

Principali difetti

FENDITURE

Tagli che dall’esterno si prolungano verso il centro del tronco. Sono dovuti al congelamento della linfa.

CIPOLLATURE

Distacchi tra i vari anelli di accrescimento, più o meno estesi a tutta la circonferenza e a tutta la lunghezza del tronco. Sono dovuti al gelo o all’azione del vento che ha piegato spesso e fortemente l’albero in una sola direzione.

Nelle essenze resinose i vuoti si possono riempire di resina, determinando le tasche.

Canastro

Legno di tensione

CANASTRO E LEGNO DI TENSIONE

Parti del legno di colore rossiccio (canastro) o bianco argenteo (legno di tensione) dovute a sollecitazioni costanti sulla pianta causate dal vento o dal peso proprio.

LUNATURA

Anello che a causa del cattivo andamento di una stagione non ha avuto il tempo di trasformarsi in durame ed è quindi facilmente marcescibile.

Tronco segato normalmente all’asse dei monconi: NODI MOBILI O MORTI

NODI MOBILI O MORTI O A BAFFO

Monconi di rami morti, rimasti interni al fusto. Il pezzetto di moncone non è collegato alla fibra del legno per cui si leva facilmente e al suo posto rimane un buco

Tronco segato parallelamente all’asse dei monconi: NODI TRASVERSALI O A BAFFO

ESSENZE IMPIEGATE NELLE OPERE DI CARPENTERIA

ABETE BIANCO

(Abies alba, famiglia Pinacee)

È diffuso nelle regioni montane dell’Europa Centrale dai Pirenei alle Alpi ai Balcani. È un albero che può raggiungere i 40/50 metri di altezza.

Il legno è resinoso tra l’alburno e la corteccia, tenerissimo e durevole, ha colore bianco o giallastro e venature appena percettibili. Il legname è sufficientemente elastico, ha scarsa flessibilità, è resistente al coperto e nell’acqua, si imbarca poco. In carpenteria viene comunemente usato per travature ed armature nella realizzazione di solai e tetti, per opere provvisionali di carpenteria e tavolame per casseforme.

ABETE ROSSO

(Picea alba, famiglia Pinacee)

È diffuso nell’Europa centrale e settentrionale, dalla Lapponia alle Alpi ai Balcani. Il legno presenta venature marcate e rossicce.

L’abete rosso, rispetto a quello bianco, ha una migliore resistenza all’umidità ed ha una maggior resistenza a trazione e compressione.

In carpenteria il tipo di impiego è analogo a quello dell’abete bianco.

PINO DOMESTICO

(Pinus pinea, famiglia Pinacee)

È diffuso lungo le coste del Mare Mediterraneo. È un albero che supera raramente i 25 metri di altezza.

Il legno è molto resinoso, a grana fine e fibre diritte, è leggero e pieghevole.

Ha un ritiro modesto.

In carpenteria è impiegato per elementi strutturali (travi e pilastri) di solai e tetti.

PINO LARICIO

(Pinus laricio, famiglia Pinacee)

È una conifera spontanea in Corsica, Sardegna e nell’Italia centro-meridionale. È un albero alto fino a 40 metri.

Il legno presenta, molto duro, ha il cuore di colore rossastro e l’alburno bruno chiaro. La tessitura è media, la fibratura diritta.

In carpenteria è impiegato per elementi strutturali (travi e pilastri) di solai e tetti.

PINO MARITTIMO

(Pinus pinaster, famiglia Pinacee)

È diffuso nel Mediterraneo occidentale. È un albero alto fino a 40 metri.

Il legno è composto da un alburno bianco e di un durame rosso. È pesante, duro e molto resistente. Presenta una tessitura grossolana e una fibratura diritta.

In carpenteria è utilizzato per elementi strutturali (travi e pilastri) e per puntelli da miniera.

PINO SILVESTRE

(Pinus sylvestris, famiglia Pinacee)

È diffuso nell’Europa centro-settentrionale e nord-orientale. È un albero alto fino a 40 metri .

Il legno di colore rossastro con alburno giallo ben distinto, sovente molto spesso. È dolce, resinoso, tenerissimo,. La fibratura è irregolare. Il legname è poco elastico, durevole, poco flessibile, imbarca poco, è resistente al coperto e all’acqua.

In carpenteria viene comunemente usato per elementi strutturali (travi e pilastri) di solai e tetti. È uno dei migliori elementi teneri da costruzione.

LARICE EUROPEO

È diffuso in Europa Centrale, dalle Alpi ai Carpazi. È un albero alto fino a 40 metri. Il legno ha un alburno di colore giallastro e cuore rosso bruno. È duro, resinoso, durevole. È sufficientemente elastico, poco flessibile, resistente alla variazioni atmosferiche, immune da insetti. In carpenteria viene usato orditure strutturali delle coperture.

CASTAGNO

(Castanea sativa — famiglia Fagacee)

È diffuso nell’Europa meridionale. È un albero alto fino a 30 metri.

Il legno è di colore giallo bruno, con alburno molto sottile. È duro e durevole ma facile a spaccarsi. È poco elastico, ha media flessibilità, è poco resistente alle variazioni atmosferiche.

In carpenteria viene usato per orditure strutturali delle coperture e per opere provvisorie.

QUERCIA

(Quercus robur — famiglia Fagacee)

Sotto questo nome sono comprese diverse specie: la più usata in carpenteria è la farnia. È diffusa in tutta l’Europa.

Il legno è di colore bruno dorato con alburno di colore giallastro. È forte e pesante, molto durevole, imbarca poco, resiste alla marcescenza.

In carpenteria un tempo lo si usava anche per elementi strutturali (travi e pilastri), ora lo si trova solo in tavoloni.

AGGREGAZIONI DI LEGNAME

La cellulosa, presente nella parete delle cellule del legno, assorbe e perde facilmente umidità dall’ambiente, facendo rigonfiare o restringere il legno, deformandolo e provocando anche fessurazioni più o meno estese.

Aggregando parti di legno, incrociando o interrompendo le fibre, rendendo impermeabile la superficie del legno con opportuni trattamenti (vernici e impregnanti) si possono ridurre o addirittura annullare sia l’assorbimento di acqua da parte del legno sia le deformazioni conseguenti alla variazione nel contenuto di umidità.

LEGNO LAMELLARE

È ottenuto incollando lamelle di abete rosso o di abete bianco o di pino. Le lamelle, dello spessore di 25 ÷ 45 mm e piallate sulle quattro facce, vengono tagliate a pettine sulle teste ed incollate tra loro con apposite colle. Le travi lamellari hanno una sezione rettangolare allungata e possono raggiungere lunghezze considerevoli. Inoltre le loro caratteristiche meccaniche sono costanti, per cui sono più affidabili delle normali travi in legno. Le travi lamellari subiscono inoltre particolari trattamenti che riducono l’assorbimento dell’umidità, impediscono l’attacco degli insetti e ne riducono l’infiammabilità.

COMPENSATI

È un materiale ottenuto incollando fogli sottili a fibratura incrociata. Il numero minimo di fogli è tre. Si possono avere compensati con maggior numero, sempre dispari, di strati per ottenere spessori fino a 25 mm. I compensati con un numero elevato di strati prendono il nome di MULTISTRATI.

PANIFORTI

Sono costituiti da due fogli di compensato con interposizione di listelli di legno massello. Lo spessore complessivo varia da 10 a 45 mm.

MASONITE - FAESITE

Sono dei pannelli costituiti da pasta di legno e collanti, pressati ed trattati opportunamente. Gli spessori vanno da 5 a 8 mm.

TRUCIOLARE

Sono dei pannelli costituiti da trucioli finemente sminuzzati, mescolati a collanti e sottoposti a forti pressioni. Gli spessori vanno da 3 a 25 mm. Hanno buona stabilità dimensionale e una buona resistenza alle sollecitazioni. Hanno il difetto di non permettere gli incastri né i collegamenti con chiodi o viti.



Scheda: TE12M51a