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Limportanza
dellapprendistato
Sulla base di quanto
raccontato dai ragazzi si può ritenere che complessivamente la
sperimentazione dellistituto dellapprendistato si guadagni
il consenso dei giovani. In loro è emersa, attraverso tale opportunità,
la consapevolezza nel corso dellattività formativa esterna
allazienda della necessità e dellimprescindibilità
di un arricchimento professionale ottenuto non solo attraverso lesperienza
di lavoro ma con la partecipazione volontaria a corsi di formazione
professionale.
Lapprendistato risulta uno strumento utile ad accompagnare e a
sostenere lingresso dei giovani nel mondo del lavoro aiutandoli
soprattutto a superare il gap scuola / lavoro, ma non solo.
La formazione rappresenta il placebo per la maggior parte di coloro,
e sono tanti, che hanno avuto un rapporto negativo con il sistema pubblico
distruzione, interrompendo gli studi allobbligo scolastico
o addirittura al secondo e terzo anno delle superiori. Infatti, lintegrazione
tra la formazione e il lavoro, architettura dellattuale apprendistato,
ha consentito ai giovani non solo di essere accompagnati e sostenuti
nel graduale processo di avvicinamento al mestiere ma anche lattivazione
di una spontanea voglia e vivacità dellinteresse a proseguire
gli studi interrotti.
Una maggiore cultura di base è garanzia per fare carriera, per
migliorare la
comunicazione, per un riconoscimento sociale. Dobbiamo allora ringraziare
la riforma scolastica che ha recepito in toto le esigenze dei giovani.
La costruzione di unofferta formativa integrata costituisce un
passo determinante verso il sistema dellalternanza tra scuola
e lavoro, e verso unofferta formativa flessibile. Con lintroduzione
dei crediti formativi si dà la possibilità al giovane
che non ha ancora idee ed obiettivi di carriera di poter ripensare al
suo percorso scolastico educativo senza dover affannarsi a recuperare
il tempo perduto. Da stime Isfol, risulta che i giovani che verranno
coinvolti nellistituto dellapprendistato saranno circa 9000.
Una considerazione importante riguarda la constatazione che lopinione
dei giovani apprendisti nei confronti del settore sembra contraddire
il senso comune che ritiene ledilizia un bacino di assorbimento
di disoccupati e svantaggiati dal punto di vista sociale e culturale.
A questi giovali lindustria delle costruzioni non appare un settore
sporco e poco appetibile dal punto di vista del guadagno e della carriera.
Siamo di fronte ad un settore che deve essere rivalutato, che deve far
ricorso anche per le figure operaie a gente acculturata.
Questo atteggiamento si riscontra non solo in quelli che in edilizia
ci sono entrati per vocazione e che hanno padri zii e nonni che hanno
lavorato nel settore ma anche per coloro che ci sono capitati per caso
e che ne hanno scoperto il fascino. Siamo di fronte a giovani che mettono
passione nelle cose che fanno e che hanno voglia di andare avanti e
migliorare. Alcuni, soprattutto i figli di piccoli imprenditori, sognano
di poter avere in futuro non molto lontano la propria impresa o prendere
il posto del padre; anche se fare limprenditore costa in termini
personali ed economici.
Latteggiamento dei ragazzi del sud sembra discostarsi maggiormente
da questo profilo positivo a testimonianza del fatto di quanto possa
incidere nei comportamenti il tessuto culturale in cui si è vissuti.
Essi sono, infatti, meno grintosi, più sfiduciati, meno contenti
della vita di cantiere.
Pur essendoci una opinione generale positiva sulla scuola edile, emerge
sia dai questionari che dalle interviste individuali che latteggiamento
verso listituto paritetico è legato soprattutto alla sua
ubicazione territoriale più che alla gestione e organizzazione
dellofferta formativa. Il tessuto territoriale è una variabile
dipendente ricorrente sia per quanto concerne la cultura e la tradizione
del settore edile che la formazione. Come si è visto abitare
a Bergamo o a Cecina non è la stessa cosa anche per la preferenza
dei ragazzi del Nord ad intervenire sul nuovo piuttosto che ristrutturare
e recuperare, attività preferita al Centro.
I ragazzi che frequentano la scuola edile e che contestualmente lavorano,
vogliono imparare un po di tutto a dispetto della specializzazione
assimilabile al lavoro di fabbrica e penalizzante per la creatività
del lavoro in edilizia.
Ci sono lavori che sembrano sempre uguali ma in realtà non sono
mai gli stessi. La figura del muratore è quella che affascina
di più assieme alloperatore di macchine movimento terra.
Insomma, si potrebbe concludere con una frase che ricorre frequentemente
nei racconti dei ragazzi intervistati: il mestiere del muratore è
difficile ma senza il muratore non si avrebbe un tetto sotto cui vivere.
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