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Differenze e diffidenze

Sul nostro sistema di formazione, sulla sua diffusione e sulle sue potenzialità si possono ricavare utili indicazioni anche dal confronto con un equivalente e similare indagine svolta in Francia.
Innanzitutto il contesto in cui i giovani vivono e lavorano appare immediatamente differente.
Colpisce più di ogni altra cosa come i ragazzi francesi nella maggior parte dei casi approdino all’apprendistato edile come primo loro lavoro in assoluto: ben il 60% contro il 32% degli italiani.

Attività lavorativa prima di entrare in edilizia

 
ITALIA
FRANCIA
 
a
32,4
59,7
nessuno
b
15,9
21,6
lavori stagionali
c
19,7
7,2
lavori saltuari
d
30,8
7,9
altro (specificare)


Un dato che se confrontato con quello sulle cause di abbandono conferma una maggiore facilità di accesso al lavoro.

Perchè non hai continuato gli studi?

 
ITALIA
FRANCIA
 
a
60,1
57,9
non mi piaceva studiare
b
31,1
42,1
volevo lavorare al più presto
c
8,8
0,0
perchè sono stato bocciato
d
10,2
4,3
nessuna risposta

La maggiore domanda ad entrare precocemente nel mondo del lavoro come motivazione all’ingresso in edilizia comporta di fatto una più forte cultura della manualità e una più netta separazione tra lavoro manuale e altri tipi di lavoro, che si riflette in termini di consapevolezza da parte dei ragazzi francesi.
Dalla tabella emerge con forza il differente valore dato al fattore della manualità tra i due paesi, a tutto vantaggio della Francia; così come maggiore è la propensione a valutare positivamente l’edilizia come occupazione stabile con possibilità di carriera da parte dei giovani italiani.
Le differenze più significative emerse dalle risposte alla domanda precedente risultano in parte smussate, come nel caso della possibilità di fare carriera, qui sottolineato come fattore incentivante, in parte confermate nelle valutazioni su come la società valuta il lavoro del muratore, dove dati anche similari finiscono per assumere significati differenti.

Perchè hai scelto di lavorare in edilizia?

 
Nord
Centro
Sud
a
35,5
30,0
25,0
parenti in edilizia
b
23,2
22,0
16,7
il lavoro è stabile
c
29,6
26,0
25,0
prospettive di carriera
d
29,1
21,0
0,0
il lavoro è vario
e
32,0
31,0
0,0
si lavora all'aperto
f
6,4
9,0
0,0
il lavoro è manuale
g
16,3
29,0
25,0
non ho trovato altro
h
1,0
1,0
0,0
sono stato obbligato
i
7,4
8,0
8,3
altro, specificare
l
3,0
1,0
0,0
nessuna risposta


Come ti sembra sia considerato il lavoro
del muratore dalla società?

 
ITALIA
FRANCIA
 
a
14,0
13,3
ben remunerato
b
19,7
14,2
prestigioso
c
6,3
14,2
dove è facile fare carriera
d
14,3
5,2
umile
e
45,7
50,2
duro
f
2,9
2,8
nessuna risposta

La durezza del lavoro diventa per i francesi un elemento decisivo di attrattiva, un fattore determinante nella scelta di entrare in edilizia, al contrario di quanto succede per gli italiani.
L’esaltazione della manualità come valore finisce per trasformare per i francesi aspetti per noi secondari in virtù venendo a confermare un vero e proprio orgoglio di mestiere.
Illuminante a questo proposito il confronto delle risposte alla domanda quali sono le doti più importanti che un operaio edile deve avere?
Per i francesi ai primi cinque posti ci sono l’occhio, la forza, la precisione, l’intelligenza (solo al quarto posto) e il coraggio.
Per gli italiani innanzitutto vi è l’intelligenza che supera l’occhio e la precisione, a cui seguono l’attenzione (solo al nono posto per i francesi) e l’ordine (ottavo posto per i nostri cugini d’oltralpe).

Quali sono le doti più importanti che un operaio
deve avere?

 
ITALIA
FRANCIA
 
a
9
6
agilità
b
4
9
attenzione
c
10
5
coraggio
d
11
10
equilibrio
e
8
2
forza
f
6
7
furbizia
g
1
4
intelligenza
h
2
1
"occhio"
i
5
8
ordine
l
7
11
passione
m
3
3
precisione
n
11,7
0,5
nessuna risposta

Per gli italiani la forza è all’ottavo posto e il coraggio addirittura al decimo posto sul totale delle undici virtù.
Questa centralità della manualità va strettamente collegata alla maggiore efficienza e ricchezza delle proposte offerte dal sistema formativo francese, particolarmente efficiente e capillare, che accompagna i giovani francesi nel loro percorso dalla scuola normale al lavoro.

Che titolo di studi hai?

 
ITALIA
FRANCIA
 
a
3,5
0,0
Licenza di Scola Elementare
b
71,7
45,3
Licenza di Scuola Media
c
13,3
22,3
Diploma di Scuola Superiore
d
10,8
30,2
Diploma di Scuola Superiore
e
0,6
2,2
nessuna risposta

Il confronto sui dati relativi ai titoli di studio risulta da questo punto di vista illuminante.
Innanzitutto in Francia la scuola dell’obbligo è realmente il limite invalicabile verso il basso dell’istruzione, a differenza del nostro Paese dove permangono sacche di livello inferiore. Nel nostro caso un 3.5 per cento di ragazzi non ha raggiunto la terza media.
La seconda considerazione riguarda una percentuale pressoché doppia di diplomati a vantaggio della Francia. Terzo elemento, il più significativo per la nostra indagine, attiene ai certificati di specializzazione che in Francia risulta triplo rispetto all’Italia. Siamo di fronte ad una realtà dove non soltanto il sistema scolastico incentiva al raggiungimento di livelli di apprendimento più elevati, ma nel caso di abbandono il sistema formativo tecnico svolge un ruolo attivo ed efficace di recupero.
Tra i ragazzi francesi l’84 per cento conosce qualcuno che ha frequentato un corso di formazione professionale contro il 49 per cento degli italiani. Così come la formazione è oggetto di discussione per il 76 per cento dei ragazzi francesi contro il 50 per cento degli italiani.
La diversa realtà e la maggiore capillarità e funzionalità della rete formativa appare confermata dalle risposte alla domanda come si è venuti a conoscenza di questa opportunità di lavoro.
Se in entrambi i paesi la famiglia svolge il principale ruolo di orientamento, diverso è quello svolto dai compagni di lavoro e dagli amici nei due paesi con il 43% dei casi in Italia contro solo il 25% in Francia, dove si affaccia un altro interlocutore forte (14%) collocato nella voce altro e che va identificato con la scuola.

Come sei venuto a conoscenza di questa opportunità?


 
ITALIA
FRANCIA
 
a
45
56,1
in famiglia
b
8,8
7,9
compagni di lavoro
c
34,4
17,3
amici
d
1,3
1,4
riviste e giornali
e
1,3
0,7
per sentito dire
f
0,3
1,4
sul campo da calcio
g
7,8
14,4
altro, specificare
h
1,3
0,7

E questa pervasività della scuola e del sistema formativo fa si che in Francia si riduca rispetto al nostro Paese la domanda di specializzazione e, di conseguenza, di formazione.
La maggiore offerta di formazione e la più ampia possibilità di accedere e di trovare risposte formative adeguate alla propria attività professionale e di mestiere comporta che il rapporto tra scuola e cantiere risulti oltralpe come ribaltato rispetto al nostro.
Se infatti in Italia risulta elevata la soddisfazione per il ruolo che il cantiere svolge come luogo di apprendimento ed è altresì rilevante l’interesse ad aumentare la formazione esternamente al cantiere, in Francia il quadro che emerge dall’indagine è esattamente opposta: diffuso appagamento per la formazione scolastica, elevata richiesta di poter imparare di più sul cantiere.
Veniamo al confronto sui risultati dei due questionari cominciando dalle risposte alla domanda se nel tuo lavoro in edilizia impari tutti i giorni qualcosa di nuovo.
Come si vede dalla tabella e dalla rappresentazione grafica il ribaltamento di situazione tra i due Paesi è evidente.

Nel tuo lavoro in edilizia impari tutti i giorni
qualcosa di nuovo?


 
ITALIA
FRANCIA
 
a
78,7
68,3
si
b
15,2
22,3
no
c
5,4
7,9
non so
d
0,6
1,4
nessuna risposta

Realtà confermata dalle risposte alla domanda integrativa se si ritiene sufficiente quanto si sta imparando in cantiere.

Ti sembra sufficiente quello che stai imparando in cantiere?


 
ITALIA
FRANCIA
 
a
65,7
49,6
si
b
20,3
41,7
no
c
12,4
6,5
non so
d
1,6
2,2
nessuna risposta

 

In questo secondo caso lo squilibrio è ancora più forte, con quel 41 per cento di considerazioni negative da parte dei ragazzi francesi.
Dato simile, del resto, a quello relativo alla richiesta di interesse per una formazione extracantiere, per la quale invece manifesta un interesse elevato il ragazzo italiano: 70 per cento.

Sei interessato a delle opportunità di imparare il
lavoro fuori dal cantiere?


 
ITALIA
FRANCIA
 
a
69,8
49,6
si
b
25,7
41,0
no
c
4,4
9,4
nessuna risposta

Sicuramente una formazione più capillare e l’abitudine a ricevere indicazioni e spiegazioni a monte comporta da parte dei ragazzi francesi una richiesta di inserimento conoscitivo delle tecniche operative di livello più elevato che si manifesta nella richiesta di rafforzare la funzione formativa all’interno del luogo di lavoro.
Nel caso dell’Italia, invece, la richiesta appare di spettro più ampio, evidenziando carenze formative di carattere più generale sia teorico che pratico, tanto che il cantiere appare più formativo rispetto all’offerta esterna.
Volendo giungere ad una sintesi conclusiva, il confronto tra le realtà dei due paesi sembra, da un lato offrire alcune conferme sul ritardo e sulle potenzialità del nostro sistema di formazione professionale nel settore delle costruzioni, dall’altro un arricchimento del quadro fino ad oggi a disposizione, evidenziando le differenze culturali e gestionali del problema formativo e contribuendo in modo concreto al dibattito sul rapporto tra formazione e aspettative giovanili.