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Intervento
Sandra D'Agostino
- Rappresentante dell' Isfol
Scusate, mi hanno dato un tempo tassativo
per lintervento. Cercherò di essere breve e spero che questo
non vada a discapito dellesaustività nel rispondere alle
tante domande che sono state poste.
Vorrei iniziare illustrando i primi risultati che emergono dallindagine
qualitativa che lIsfol sta realizzando sullandamento dei
progetti sperimentali di formazione per lapprendistato promossi
dal Ministero del Lavoro.
In particolare vorrei sottolineare due aspetti. Abbiamo chiesto agli
apprendisti che sono inseriti nei corsi di dare un voto da 1
a 10 ad alcuni aspetti dei corsi: docenti, argomenti trattati,
organizzazione, ecc..
Dallindagine risulta che mediamente la sperimentazione realizzata
nel settore edile è quella che riceve le più alte valutazioni
su tutti gli aspetti considerati.
Faccio un esempio: rispetto alla valutazione su gli argomenti
trattati la media generale dei voti, riferita a tutti gli apprendisti
intervistati, è pari a 7; gli apprendisti coinvolti
nel progetto per lindustria edile hanno invece espresso una valutazione
media pari a 7,2. Rispetto a i docenti, mentre
la media complessiva per tutti i progetti è di 7,8,
per il progetto delledilizia la votazione media espressa dagli
apprendisti è di 8,1.
Quindi anzitutto mi sembra doveroso sottolineare limpegno che
è stato messo nella realizzazione del progetto da parte del Formedil
e delle scuole edili.
Altri elementi interessanti emergono dalle indagini citate: è
stato chiesto agli apprendisti se ritenevano gli insegnamenti impartiti
nei corsi utili ai fini della loro esperienza lavorativa. Le risposte
disponibili erano tre: sì, in parte,
no.
Mentre hanno risposto sì il 39,5% del totale degli
apprendisti intervistati di tutti i progetti, per il progetto delledilizia
il 57,5% dei giovani ha detto di ritenere utili tali insegnamenti; se
consideriamo quanti hanno detto che almeno in parte tali
insegnamenti sono considerati utili, mentre la media complessiva è
pari al 43,2%, per ledilizia abbiamo il 35,3%; hanno detto decisamente
no, cioè gli insegnamenti impartiti non sono ritenuti
utili, solo il 7,2% degli apprendisti coinvolti nel progetto per lindustria
edile, mentre la media complessiva calcolata su tutti e sei i progetti
sperimentali varati dal Ministero del lavoro è pari al 17,4%.
Detto questo, mi sembra che in precedenza il pubblico in sala abbia
posto una serie di interrogativi, rivolti al sistema pubblico. Mi sento
di rispondere dal momento che lIsfol è da tempo impegnato
in unattività di assistenza tecnica al Ministero del lavoro
proprio sul fronte specifico dellapprendistato; anzi, per statuto
lIsfol è agenzia tecnica del Ministero del lavoro.
Vorrei fornire risposte operative, su cose che stanno partendo adesso.
Si è parlato della scarsa pubblicità che è stata
data alla riforma sullapprendistato: il Ministero del lavoro ha
da poco emanato un bando per una iniziativa promozionale e pubblicitaria
sul nuovo apprendistato. Le risorse a disposizione sono
pari a circa tre miliardi per una campagna pubblicitaria da realizzarsi
tramite televisione, giornali, partecipazione a manifestazioni fieristiche,
ecc..
Molti hanno sottolineato la difficoltà di organizzare i corsi
nellambito del Fondo Sociale Europeo, viste le regole imposte
per lutilizzo di tali fondi, e soprattutto è stata ribadita
la difficoltà di barcamenarsi in questo succedersi di norme attuative
dellarticolo 16 della legge 196/97.
LIsfol ha organizzato un incontro con le Regioni che si terrà
la prossima settimana a Roma. In quelloccasione viene presentata
la bozza di un manuale, - Manuale per le procedure di vigilanza
e controllo e per la gestione dei progetti sperimentali, labbiamo
chiamato così -, che è stato predisposto allo scopo di
fornire un quadro sistematico della attuale regolamentazione in materia
di apprendistato.
Mi rendo conto che è molto difficile per gli operatori confrontarsi
con norme emanate dal Ministero del lavoro e 21 regolamentazioni regionali,
visto che rispetto alla gestione delle attività formative anche
le Regioni hanno un ruolo regolamentare. È sicuramente un cammino
che devono fare insieme il Ministero del lavoro e le regioni, evitare
che ci sia un proliferare di norme, talora contrastanti. A titolo di
esempio faccio il caso della regolamentazione delle assenze: so che
in alcune regioni esistono regolamentazioni diverse rispetto alla percentuale
di assenze ammesse prevista dal Ministero del lavoro.
È del tutto ancora da regolare laltro aspetto relativo
alle assenze, ossia il ruolo dellINPS. Se loperazione che
si sta realizzando per avviare un sistema di formazione per lapprendistato
mira alla piena attuazione dellarticolo 16 della legge n. 196,
la sanzione finale, ossia la perdita delle agevolazioni contributive,
deve acquisire una sua credibilità che al momento forse manca.
Anche in questo caso va costruito un percorso insieme alle regioni.
Per citare, anche in questo caso, una soluzione operativa adottata:
nellultimo incontro che lIsfol ha avuto con le regioni abbiamo
creato un gruppo, composto da rappresentanti di alcune regioni, che
si è impegnato a presentare una proposta operativa per delineare
un raccordo tra regioni e INPS.
Altri argomenti in merito ai quali sono state sollecitate delle risposte
dal pubblico in sala riguardano i contenuti della formazione per lapprendistato
e la certificazione.
In merito alla definizione dei contenuti professionalizzanti, il decreto
del giugno scorso - se non sbaglio il n.179 del 99, preannunciava
listituzione di una commissione nazionale con il compito di definire
gli standard per la formazione professionalizzante. Ebbene, proprio
in questi giorni stiamo costituendo due sottogruppi di questa commissione,
formati da esperti, che hanno il compito di elaborare tali standard,
e i settori scelti per partire sono proprio il metalmeccanico e ledile.
A proposito di certificazione: già lanno scorso lIsfol
aveva avviato il discorso con le regioni e le Parti sociali. Devo dire
che rispetto alla certificazione ci si scontra con la difficoltà,
da parte del sistema delle imprese, di dialogare su una materia che
potrebbe avere un impatto dal punto di vista dellinquadramento
in azienda. Il dialogo con le Parti sociali è quindi molto difficile.
A fronte di varie sollecitazioni abbiamo deciso di riprendere il discorso.
La settimana prossima, sempre nel corso di quellincontro con le
regioni cui accennavo in precedenza, fra i punti allordine del
giorno abbiamo inserito il tema della certificazione, con lobiettivo
di cercare una soluzione operativa al problema in primo luogo insieme
alle regioni, che nel nostro sistema sono gli unici soggetti titolati
a rilasciare una certificazione.
Rispetto al problema del riconoscimento dei crediti, è necessario
procedere quanto prima a una revisione dei testi normativi, che attualmente
non forniscono gli strumenti per il riconoscimento di crediti acquisiti
in altri percorsi, anche di apprendistato.
In conclusione voglio sottolineare un concetto, che è anche una
richiesta specifica che ci viene invece dalle imprese. Perché
si riesca a costruire un sistema di formazione per lapprendistato
è necessario che sia chiara la convenienza per le imprese e per
gli apprendisti.
Il legislatore che ha elaborato larticolo 16 è partito
dal presupposto che la formazione sia utile, alle imprese e agli apprendisti.
Su questo credo che mediamente tutti i presenti - visto che in massima
parte vengono dalle scuole edili - siano daccordo.
Lutilità della formazione è però un concetto
astratto che bisogna rendere concreto.
Bisogna tradurre questo concetto in un modello e verificare quale formazione
serve, ad esempio quali contenuti, come superare la difficoltà
degli apprendisti di ritornare a scuola, di reinserirsi in un percorso
formativo, come far percepire alle imprese che questa formazione serve.
È un percorso necessario, al quale non possiamo sottrarci.
Qualcuno prima diceva che saremo in sperimentazione ancora per molti
anni: è inevitabile che sia così, bisogna costruire un
sistema di formazione per lapprendistato partendo praticamente
da zero.
Quando si è provato a fare delle norme pensando al funzionamento
di un teorico sistema di formazione per lapprendistato, non ancora
sperimentato nella pratica, abbiamo scoperto che la realtà supera
ogni possibilità di immaginazione. Nel momento in cui si vanno
ad applicare nel concreto norme che in astratto sembrano ottime, vengono
fuori cavilli, difficoltà di ogni genere che non si erano minimamente
immaginati; ad esempio, la regolamentazione del numero minimo di partecipanti
- per ritornare sullargomento - è uno degli aspetti che
sembrava assolutamente chiaro dalle norme emanate e invece sembra che
non sia così. È quindi necessario che la costruzione del
sistema passi attraverso unadeguata fase di sperimentazione.
La costruzione di un sistema che risulti conveniente è una costruzione
che richiede un impegno forte di tutti i soggetti coinvolti. Quando
lanno scorso sono stati distribuiti alle regioni i 200 miliardi
della legge 144/99 è stato sottolineato il ruolo che devono avere
le parti sociali, ad esempio nella costruzione dei piani per lattuazione
dellapprendistato. Questo ruolo delle parti sociali però
non può essere limitato alla fase di progettazione del modello,
ma limpegno deve proseguire anche nelle altre fasi.
Sul monitoraggio ad esempio: le parti sociali devono essere coinvolte
nella verifica di cosa succede effettivamente nei corsi. Quello che
si chiede anche alle imprese, quello che il sistema pubblico deve chiedere
alle imprese, è un controllo continuo su come sta procedendo
la costruzione del sistema apprendistato.
Quindi è necessario il coinvolgimento forte delle parti sociali
nel monitoraggio degli interventi. È soltanto in questo modo
che si può cercare di avvicinarsi allobiettivo, che è
quello di far cogliere la convenienza della formazione esterna agli
apprendisti e alle imprese, assodato che siamo tutti consapevoli che
tale formazione serve.
Grazie
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