Interventi
Anastasia
Giuffrida
- Ministero del Lavoro
Convegno:
IL
NUOVO APPRENDISTATO - Dalla sperimentazione alla costruzione del sistema
Giardini-Naxos, 10-12 maggio 2000
PREMESSA
Con l'art. 16 della legge 196 del 24 giugno 1997, detta legge Treu,
è stato modificato e rilanciato l'istituto dell'apprendistato,
in particolare è stato meglio regolamentato l'aspetto formativo
di tale contratto speciale, detto anche "a causa mista"
che conia insieme lavoro e formazione.
L'apprendistato
ha avuto finora scarsa diffusione, ad eccezione del settore artigiano
e di alcune professionalità. La necessità di rivedere
tale istituto è sorta dall'impegno del Governo di riformare complessivamente
la formazione professionale per renderla conforme alle esigenze del
mondo del lavoro e farne uno strumento adeguato per l'inserimento occupazionale,
specie, dei giovani.
Nei
principali accordi espressi negli ultimi anni dal dialogo sociale sono
state individuate infatti importanti innovazioni per il sistema di istruzione
e formazione riguardanti in particolare il tema dell'integrazione tra
sistemi, la certificazione, il riconoscimento dei crediti formativi,
e così via.
La
riforma dell'apprendistato si colloca quindi in un più ampio
quadro di riordino del sistema formativo e di integrazione tra sistemi:
lavoro, formazione e istruzione.
Il
mio intervento mira a tracciare rapidamente il percorso normativo
in materia di apprendistato, che può considerarsi ormai quasi
del tutto definito, ad eccezione dei decreti che a breve dovranno essere
emanati sui contenuti formativi di dettaglio connessi alle varie figure
professionali ed alle tipologie produttive.
Illustrerò
poi brevemente la sperimentazione attuata a partire dal 1998 sulla formazione
degli apprendisti, in tutto il territorio nazionale, con il cofinanziamento
del FSE - programmazione 1994-1999.
QUADRO
NORMATIVO
Lapprendistato
è definito dalla L. 25/55 come "uno speciale rapporto
di lavoro in forza del quale limprenditore è obbligato
a impartire o far impartire nella sua impresa, allapprendista
assunto alle sue dipendenze, linsegnamento necessario perché
possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore
qualificato, utilizzandone lopera nellimpresa medesima".
Dunque
la peculiarità di tale istituto è proprio lobbligo
per lazienda di garantire unadeguata formazione sul lavoro
attraverso laffiancamento a personale qualificato e, nel contempo,
lobbligo per lapprendista di partecipare a corsi
(gratuiti) complementari di formazione.
Con
lapprovazione della legge n. 196 del 24 giugno 1997 ( "Norme
in materia di promozione delloccupazione "), ed in particolare
dell'art. 16, il Governo, nel rispetto dellimpegno assunto
prima con il Patto per il Lavoro del 1993 e poi con lAccordo per
il lavoro del settembre 1996, ha dato attuazione alla riforma di un
sistema che, negli altri Paesi europei, costituisce già da tempo
uno snodo fondamentale della transizione dalla scuola al mondo del lavoro.
La
legge n. 196 delinea un nuovo modello di apprendistato le cui principali
novità sono:
- allargamento
della fascia detà interessata dallapprendistato
che passa da 16 ai 24 anni, elevabili a 26 anni nelle
aree dell'Ob. 1 e 2. Resta salvo il limite massimo di 29 anni
per gli apprendisti artigiani. I limiti di età sono
in ogni caso elevati di due anni per i giovani portatori di handicap;
-
definizione
della durata massima del contratto che passa da 5 a 4
anni e individuazione di un limite minimo di 18 mesi;
-
possibilità
di assumere come apprendisti anche i giovani con qualifica
coerente con lattività da svolgere e con diploma
di scuola superiore;
-
introduzione
di un limite minimo di 120 ore annue da destinare alla
formazione complementare;
-
agevolazioni
contributive concesse alle imprese subordinate alleffettiva
partecipazione degli apprendisti alle iniziative formative
complementari.
COME
CAMBIA LA NORMATIVA |
|
|
Nuova
disciplina |
Legge
25/1955 |
ETA
|
Minima
|
16
anni |
15
anni |
Massima
|
24
anni
26
anni aree ob.1 e 2
29
settore artigiano
|
20
anni |
DURATA
|
Minima
|
18
mesi |
- |
Massima |
4
anni |
5
anni |
Attività
Formativa esterna all'azienda |
|
120
ore annue minimo |
- |
Per
quanto riguarda i contenuti formativi delle iniziative di formazione
complementare, la legge pur rinviando a successivi decreti, fornisce
per il primo anno alcune indicazioni sulle principali tematiche da
includere nell'attività formativa:
-
la
disciplina del rapporto di lavoro;
-
lorganizzazione
del lavoro;
-
le
misure di prevenzione per la tutela della salute e della sicurezza
sul luogo di lavoro.
In
attuazione a quanto disposto dalla L. 196/97, sono stati così
emanati diversi provvedimenti per definire i vari aspetti connessi
all'apprendistato.
In
particolare, sono stati emanati due decreti ministeriali, dell'8
aprile 1998 e del 20 maggio 1999, con i quali si sono delineati i primi
tratti della formazione per l'apprendistato, gli obiettivi prioritari,
le tipologie di contenuto.
Il
D.M. dell' 8 aprile 1998, recante "Disposizioni concernenti
i contenuti formativi delle attività di formazione degli apprendisti",
fornisce alcune indicazioni riguardo le attività formative esterne
allazienda:
Le
attività formative per apprendisti sono strutturate in forma
modulare (art. 2).
I
contenuti sono :
- a
carattere trasversale, riguardanti il recupero di conoscenze
linguistico-matematiche, i comportamenti relazionali, le conoscenze
organizzative, gestionali, economiche. A tali contenuti dovrà
essere destinato un numero di ore non inferiore al 35% del monte ore
destinato alla formazione esterna
- a
carattere professionalizzante di tipo tecnico-scientifico
e operativo, differenziati in funzione delle singole figure professionali.
La
formazione sui contenuti a carattere trasversale e di tipo tecnico-scientifico
dovrà essere svolta nelle strutture accreditate dalla Regione
ai sensi dell'art. 17 della L.196/97;
Ogni
azienda dovrà comunicare alla Regione la persona che svolge
la funzione di tutore ossia che garantisce il raccordo tra
formazione esterna allazienda e esperienza di lavoro;
La
formazione esterna all'azienda dovrà essere certificata
ed avrà valore di credito formativo nell'ambito del
sistema formativo integrato;
Il
Ministero del Lavoro e della previdenza sociale promuove iniziative
sperimentali di formazione per apprendisti con il cofinanziamento
del FSE sulla base di accordi fra le Parti Sociali (art. 6).
In
base allart. 1 del decreto dell'8 aprile, i contenuti delle attività
formative per apprendisti esterni allazienda e le competenze da
conseguire mediante lesperienza di lavoro sono definiti, per ciascuna
figura professionale o gruppi di figure professionali, con riferimento
ai diversi settori produttivi, con apposito decreto ministeriale, emanato
dal Ministero del lavoro dintesa con il Ministero della Pubblica
Istruzione e sentito il parere della Conferenza Stato-Regioni".
Con
il successivo Decreto Ministeriale del 20 maggio 1999 sono stati
determinati, in attuazione a quanto disposto all' art. 1 del decreto
dell8 aprile, gli obiettivi di dettaglio dei contenuti trasversali,
nonché gli obiettivi di massima dei contenuti professionalizzanti.
Le attività formative a carattere trasversale
devono perseguire gli obiettivi indicati nel decreto articolati
in quattro aree di contenuto:
- Competenze
relazionali
- Organizzazione
ed economia
- Disciplina
del rapporto di lavoro
- Sicurezza
sul lavoro
|
Per
quanto riguarda invece i contenuti a carattere professionalizzante,
il decreto indica gli obiettivi di massima che dovranno essere
presi in considerazione quando saranno emanati i singoli decreti ministeriali.
Si tratta di conoscenze su:
-
prodotti
e servizi di settore e contesto aziendale;
-
basi
tecniche e scientifiche della professionalità;
-
tecniche
e i metodi di lavoro;
-
strumenti
e le tecniche di lavoro;
-
misure
di sicurezza individuale e tutela ambientale;
-
innovazioni
di prodotto, di processo e di contesto.
Le
funzioni di indirizzo e coordinamento sono affidate a un Comitato
di Pilotaggio (Ministero del Lavoro, Ministero della Pubblica
Istruzione, Regioni, Parti Sociali) che opera con il contributo delle
categorie interessate e con il supporto tecnico dell'ISFOL per l'elaborazione
dei contenuti formativi e della competenza da conseguire allinterno
del contratto di apprendistato.
Per
completezza di informazioni occorre fare un cenno anche a quanto disposto
con la Circolare n. 93/98 del 16 luglio 1998 riguardante la
messa a regime delle norme sulla formazione degli apprendisti".
In
particolare la circolare prevede che:
- le
iniziative di formazione esterne allazienda siano rivolte ai
lavoratori assunti in qualità di apprendisti dal 19 luglio
1998;
- le
iniziative di formazione relative al primo anno potranno essere programmate
e attuate entro 12 mesi dallassunzione;
- in
attesa delladozione dei decreti le attività formative
cofinanziate dal FSE sono da ritenersi valide ai fini dellapplicazione
dellart. 16 della legge 196 in materia di agevolazioni contributive;
- le
Regioni individueranno con propri provvedimenti le strutture regionali
(pubbliche e private) di formazione professionale, e trasmetteranno
al Ministero del Lavoro copia dei provvedimenti adottati entro il
31/10/98. Le strutture formative individuate sono da ritenersi comunque
idonee allo svolgimento delle attività formative previste.
Il
D.L. del 1 luglio 1999 n. 214, convertito con modifiche nella legge
263 del 2 agosto 1999, prevede alcune modifiche allart. 16
della legge n. 196. In particolare si stabilisce che gli sgravi contributivi
non trovano applicazione solo se l'azienda rifiuta di fare svolgere
la formazione agli apprendisti a fronte di una proposta formale
dell'amministrazione pubblica all'azienda. Inoltre, le imprese devono
dare comunicazione alla regione degli apprendisti assunti e delle loro
caratteristiche professionali in modo da consentire all'amministrazione
pubblica di costruire offerte formative coerenti con il mondo del lavoro.
Le
modalità per le comunicazioni sono state indicate nel D.M.
7 ottobre 1999 nel quale si stabilisce che le imprese devono
comunicare allAmministrazione referente i dati dellapprendista
e quelli del tutore aziendale entro 30 giorni dalla data di assunzione
dellapprendista stesso. Per gli apprendisti assunti a partire
dal 19 luglio 1998, le imprese devono inviare la comunicazione entro
30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento.
Con
la Circolare n. 79 del 30/11/99 il Ministero del lavoro ha fornito
chiarimenti sui seguenti punti:
- Le
comunicazioni relative allorganizzazione delle iniziative di
formazione esterna sono inviate alle imprese direttamente dagli enti
di formazione ( e non dall'amministrazione);
- Le
aziende devono comunicare i dati dellapprendista alle Regioni;
- Gli
enti di formazione devono comunicare alle Regioni competenti territorialmente,
gli elenchi dei partecipanti ai corsi e gli eventuali abbandoni;
- Le
iniziative di formazione esterna di cui ai progetti sperimentali ministeriali,
risultano idonei rispetto allassolvimento dellobbligo
formativo previsto dallart. 16.
Infine
è stato regolamentato, di recente, anche l'aspetto riguardante
l'esperienza professionale richiesta per lo svolgimento delle funzioni
di tutor aziendale con il D.M. 22/Segr/2000 del 28/2/2000.
Tale
figura molto importante per la formazione dell'apprendista ha il compito
di:
- affiancare
lapprendista durante il periodo di apprendistato;
- trasmettere
le competenze necessarie allesercizio delle attività
lavorative;
- favorire
lintegrazione tra le iniziative formative esterne allazienda
e la formazione sul luogo di lavoro.
Inoltre,
il tutore collabora con la struttura di formazione esterna allazienda,
allo scopo di valorizzare il percorso di apprendimento in alternanza,
ed esprime le proprie valutazioni sulle competenze acquisite
dallapprendista ai fini dellattestazione da parte del datore
di lavoro.
Le
funzioni di tutore possono essere svolte da un lavoratore qualificato
designato dallimpresa oppure, nel caso di imprese con meno di
quindici dipendenti e nelle imprese artigiane, dal titolare dellimpresa
stessa, da un socio o da un familiare coadiuvante.
Il
lavoratore designato dallimpresa per le funzioni di tutore deve:
- possedere
un livello di inquadramento contrattuale pari o superiore a quello
che lapprendista conseguirà alla fine del periodo di
apprendistato;
- svolgere
attività lavorative coerenti con quelle dellapprendista;
- possedere
almeno tre anni di esperienza lavorativa.
Le
Regioni, di concerto con le organizzazioni di rappresentanza dei datori
di lavoro e con i sindacati dei lavoratori, aderenti alle organizzazioni
comparativamente più rappresentative, programmano specifici interventi
formativi rivolti ai tutori al fine di sviluppare le competenze indicate
nel decreto stesso.
Resta
tuttora irrisolta la questione relativa alle agevolazioni contributive
di cui allart. 3 comma 6 della legge 196 per la quale il Ministero
sta già individuando possibili soluzioni.
Per
finire, si rammenta la legge n. 144 del 17 maggio 1999 che all'art.
68 prevede, a decorrere dall'anno 1999-2000, l'obbligo di frequenza
di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno
d'età. Tale obbligo può essere assolto in percorsi
anche integrati di istruzione e formazione: nel sistema di istruzione
scolastica, nel sistema regionale di formazione professionale, nell'esercizio
dell'apprendistato
Come
si può ben vedere quindi dal punto di vista normativo il percorso
è stato ormai ben tracciato ed, a breve, sarà ancora meglio
definito con i decreti che individueranno gli obiettivi specifici della
formazione a contenuto professionalizzante.
Varie
questioni comunque restano ancora da definire: la certificazione delle
competenze, l'integrazione tra sistemi, l'accreditamento degli enti,
ecc. Questioni sulle quali sono state già avviate riflessioni
in appositi gruppi di lavoro che vedono coinvolte i principali soggetti
interessati: le amministrazioni e le parti sociali.
PROGETTI
SPERIMENTALI FINANZIATI CON LE RISORSE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO
Per
consentire la diffusione di iniziative di formazione per apprendisti
sono state avviate, ai sensi dell'art. 6 del decreto ministeriale dell'8
aprile 1998, importanti sperimentazioni finanziate con le risorse del
FSE.
L'obiettivo
era quello di testare in tempi brevi un modello di formazione per apprendisti
che potesse essere migliorato ed esteso a livello territoriale.
Si
tratta di progetti biennali finanziati dal Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e predisposti sulla base di accordi collettivi stipulati
dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro
per i settori che per primi avevano recepito la normativa sull'apprendistato
e che quindi erano pronti per la sperimentazione.
Il
Ministero del lavoro. ha così impegnato, a partire dal
1998, complessivamente per tutto il territorio nazionale (Centro-Nord
e Sud) circa 240 miliardi di lire, suddivisi tra FSE e
cofinanziamento nazionale per la formazione esterna all'azienda relativamente
ai seguenti settori:
- industria
metalmeccanica e installazione degli impianti;
- industria
del settore delle costruzioni;
- imprese
nel settore del turismo;
- imprese
artigiane;
- industria
tessile e abbigliamento;
-
piccola e media impresa;
I
progetti sono stati attuati secondo due diverse modalità,
in modo da verificare quella più rispondente alle esigenze del
settore e del territorio:
- progetti
gestiti direttamente dalle parti sociali ( industria metalmeccanica,
industria delle costruzioni, settore turismo);
- progetti
gestiti dalle Regioni (imprese artigiane, PMI, industria tessile).
La
funzione di coordinamento di tutti i progetti sperimentali è
affidata ad un apposito Comitato nazionale (Ministero del lavoro,
Ministero della Pubblica Istruzione, Regioni, Parti sociali) che ha
compiti di indirizzo, sensibilizzazione, divulgazione del modello organizzativo
e formativo.
A
livello territoriale. invece, la funzione di coordinamento è
svolta dal Coordinamento Regionale per l'apprendistato, composto
da rappresentanti della Regione e delle parti sociali che hanno promosso
i progetti sperimentali gestiti dalle Regioni.
Progetto
per lindustria Metalmeccanica e dellInstallazione degli
impianti
"Formazione per lapprendistato"
(DD 18/Segr del 28.1.1998 - D.D. 314/III/99)
Si
tratta di un Progetto quadro a titolarità del Ministero del
lavoro attuato da apposite Associazioni temporanee di Scopo (ATS)
che sono composte da Enti di formazione individuati e selezionati dalle
Commissioni paritetiche territoriali. I singoli progetti di fattibilità
sono stati predisposti dalle ATS con le quali il Ministero del lavoro
ha stipulato apposito atto di concessione contenente le modalità
di attuazione dei singoli sotto-progetti.
Il
progetto quadro, tra i primi della sperimentazione a partire, ha come
obiettivo la formazione esterna all'azienda complessivamente per circa
5.000 apprendisti.
Un
aspetto interessante è costituito dalla centralità del
ruolo delle parti sociali, presenti sia nel Comitato di pilotaggio (insieme
al Ministero del lavoro) sia nelle Commissioni paritetiche territoriali
(organismi bilaterali del settore). Esiste quindi una forte collaborazione
tra aziende, parti sociali ed enti di formazione
Organismi
coinvolti
Federmeccanica
Assital
Fim
Fiom
Uilm
Finanziamento
concesso
I
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
|
TOTALE
|
FSE
|
L.
9.124.420.856
|
L.
14.607.000.000
|
L.
23.618.000.000
|
FR
|
L.
11.152.069.935
|
L.
4.869.000.000
|
L.
15.882.000.000
|
SPESA
GLOBALE
|
L.
20.276.490.000
|
L.19.476.000.000
|
L.
39.500.000.000
|
|
II
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
|
TOTALE
|
FSE
|
L.
9.308.929.650
|
L.
15.274.000.000
|
L.
24.697.000.000
|
FR
|
L.
11.377.579.560
|
L.
5.092.000.000
|
L.
16.608.000.000
|
SPESA
GLOBALE
|
L.20.686.509.210
|
L.20.366.000.000
|
L.
41.305.000.000
|
Per
il Centro-Nord (P.O.M. 940029 I 3) sono stati presentati, alla
data del 30 giugno 1999, 54 progetti di fattibilità per
un totale per la prima annualità di L. 20.276.490.790 (D.D.
314/III/99).
Al
31/12/99 gli importi rendicontati dalle singole ATS sono stati
però inferiori rispetto agli importi preventivati. Ciò
è dipeso da alcune rinunce e riformulazioni dei piani finanziari.
Il
Ministero ha così provveduto a disimpegnare complessivamente
per la 1a e 2a annualità per il Centro-Nord circa 1.5miliardi.
Per
il SUD (P.O.M. 940026 I 1) si è riscontrata una
maggiore difficoltà di realizzazione. In data 16/11/99
il finanziamento del progetto è stato notevolmente ridotto e
rideterminato in £. 3.312.000.000, per un totale di 5 progetti
convenzionati. Il disimpegno è stato quindi di £. 36.530.794.605.
CONCLUSIONE
ATTIVITA: la scadenza è prevista per il 30/6/2000;
PAGAMENTI EFFETTUATI: P.O. 940029 I 3 - Erogato il I° anticipo
relativo alla prima annualità del progetto per la quota di FSE
e di FR a 32 su 54 ATS;
Erogato il I° anticipo relativo alla seconda annualità del
progetto per la quota di FSE e di FR a 4 ATS;
P.O. 940026 I 1 - Erogato il I° anticipo relativo alla prima annualità
del progetto per la quota di FSE e di FR a 3 su 5 ATS.
Progetto
sperimentale per lindustria delle costruzioni
(DD 246/III/99
del 2.7.1998)
Si
tratta di un progetto presentato ed attuato dal FORMEDIL, organismo
bilaterale di categoria, che, per l'esperienza maturata, ha individuato
un sistema nazionale di certificazione delle competenze ed ha introdotto
nel Contratto collettivo di categoria il "libretto personale di formazione
edile" per la certificazione dei crediti formativi.
Il
progetto sperimentale ha durata biennale e dovrebbe coinvolgere
circa 2000 apprendisti.
Finanziamento
concesso
I
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
Rimodulato
D.D.
246/III/99
|
TOTALE
NAZIONALE
|
FSE
|
L.2.892.802.419
|
L.
756.194.933
|
L.
3.648.997.352
|
FR
|
L.
3.535.647.401
|
L.
252.064.978
|
L.
3.787.712.379
|
SPESA
GLOBALE
|
L.6.428.449.820
|
L.1.008.259.911
|
L.
7.436.709.731
|
|
|
|
|
II
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
Rimodulato
D.D.
246/III/99
|
TOTALE
NAZIONALE
|
FSE
|
L.
2.226.327.046
|
L.
699.900.750
|
L.
2.926.227.796
|
FR
|
L.
2.721.066.390
|
L.
233.300.250
|
L.
2.954.366.640
|
SPESA
GLOBALE
|
L.
4.947.393.436
|
L.
933.201.000
|
L.
5.880.594.436
|
Per
la prima annualità sul P.O. 940029 I 3 è stato rendicontato
limporto di L.3.883.453.159, meno quindi del preventivato( per
un importo di L. 2.544.996.661).
CONCLUSIONE
ATTIVITA: concessa proroga al 31/12/2000;
PAGAMENTI
EFFETTUATI: Lente ha ricevuto il I° anticipo di FSE
e di FR per la prima annualità sul P.O. 940026 I 1 e 940029 I
3.
CRITICITA
RILEVATA Nelle aree dell'ob 1 si sono riscontrate maggiori
difficoltà operative e in particolare la riduzione del numero
degli allievi coinvolti.
Progetto
per la formazione nelle imprese del settore del turismo "Verso
il 2000
(DD 373/III/99
del 30.9.1998)
Dal
1991 il CCNL del settore turismo ha intrapreso il cammino verso linnovazione
dellistituto sullapprendistato inteso come contratto di
lavoro stagionale o part-time. Ad oggi si prevede lo svolgimento dellapprendistato
in più stagioni, adeguandolo ai ritmi lavorativi dellazienda.
Il
progetto sperimentale, che recepisce la specificità del settore,
è gestito direttamente dalle parti sociali, costituite in Associazione
temporanea, con il compito di organizzare le azioni a livello nazionale.
La durata è biennale e si prevede il coinvolgimento di circa
4000 apprendisti.
Il
coordinamento è affidato ad un Comitato interno di pilotaggio,
mentre i contenuti dell'attività formativa sono seguiti da una
Commissione tecnica nazionale paritetica ed un apposito Comitato
scientifico.
In
sintesi la struttura gestionale prevede il coinvolgimento di più
soggetti, come di seguito:
Enti
attuatori
CONFCOMMERCIO
FILCAMS-CGIL
FISASCAT-CISL
UILTUCS-UIL
ENTI
CONVENZIONATI
Finanziamento
concesso
I
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
|
TOTALE
|
FSE
|
L.
2.850.779.880
|
L.
3.801.040.200
|
L.
6.651.820.080
|
FR
|
L.
3.484.286.520
|
L.
1.267.013.400
|
L.
4.751.299.920
|
SPESA
GLOBALE
|
L.6.335.066.400
|
L.5.068.053.600
|
L.
11.403.120.000
|
|
|
|
|
II
ANNUALITA
|
POM
940029 I 3
|
POM
940026 I 1
|
TOTALE
|
FSE
|
L.
6.651.819.720
|
L.8.869.093.800
|
L.
15.520.913.520
|
FR
|
L.
8.130.001.880
|
L.
2.956.364.600
|
L.
11.086.366.480
|
SPESA
GLOBALE
|
L.14.781.821.600
|
L.11.825.458.400
|
L.
26.607.280.000
|
DURATA
DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità;
CONCLUSIONE
ATTIVITA: Il progetto si dovrebbe concludere il
30/6/2000;
PAGAMENTI
EFFETTUATI: Lente ha ricevuto il I° anticipo di FSE
e di FR per la prima annualità del progetto relativamente al
P.O. 940026 I 1 e 940029 I 3.
PARTICOLARITA
DEL PROGETTO: Sono previsti appositi interventi di 32 ore minime
per gli apprendisti stagionali che costituiscono una prima sperimentazione
a favore di questo segmento che è molto presente tra gli apprendisti
del settore turistico.
ANDAMENTO
DEL PROGETTO: Al Nord sono stati attivati e programmati circa 120
corsi, di cui 37 avviati, mentre al Sud ad oggi non è stato
attivato nessun corso, programmati 95.
Progetti
sperimentali gestiti dalle Regioni
Si
tratta di progetti a titolarità del Ministero del Lavoro,
ma gestiti dalle Regioni con modalità individuate nell'ambito
di tavoli di concertazione costituiti con i rappresentanti locali dei
soggetti promotori a livello nazionale.
Sono
stati così impegnati ed attribuiti alle singole Regioni ( Centro-Nord
e Sud) complessivamente L. 108.561.351.500, distinti in FSE e
FR, per tre progetti sperimentali su sei.
Alcune
Regioni hanno individuato gli enti attuatori attraverso lemissione
di bandi di gara con la successiva valutazione e aggiudicazione dei
progetti selezionati (es.Veneto ed Emilia Romagna), altre Regioni hanno
attivato altre procedure.
Nel complesso comunque, i progetti gestiti dalle Regioni hanno avuto
un avvio più lento e difficile, rispetto agli altri tre progetti
sperimentali. In molti casi le iniziative non sono ancora state avviate
né si prevede la data di conclusione.
Ciò
è senza dubbio una conseguenza della diversità tra le
varie realtà territoriali.
Vediamo
di seguito i vari progetti.
Progetto
per la formazione di apprendisti nelle imprese artigiane
Il
progetto è promosso direttamente dalle Organizzazioni di rappresentanza
delle parti sociali dellartigianato più rappresentative
a livello nazionale. (Confartigianato, CNA, CASA CLAAI e CGIL, CISL,
UIL) sulla base di un accordo Interconfederale-Intercategoriale.
Il
Ministero del lavoro è titolare del progetto quadro, ma la gestione,
a livello territoriale, è affidata alle Regioni secondo linee
guida concordate a livello nazionale. Le parti sociali partecipano alla
gestione locale insieme alla Regione. In particolare esse promuovono
le iniziative formative a livello locale, forniscono l'elenco degli
apprendisti agli Enti di formazione, definiscono i contenuti e le metodologie
dei vari moduli, effettuano il monitoraggio delle attività e
collaborano con le Regioni per l'individuazione dei criteri per la scelta
dei soggetti attuatori e così via.
Questo
progetto sperimentale ha durata biennale e prevede un considerevole
numero di apprendisti da coinvolgere: circa 10.000 su tutto il
territorio.
Le
risorse impegnate sono state complessivamente sono state di circa 72miliardi,
distribuite tra le Regioni a seconda del numero potenziale di apprendisti
da coinvolgere.
Risorse
assegnate alle regioni
P.O.
940029 I 3
Regioni
|
Importi
|
Piemonte
|
6.459.750.000
|
Lombardia
|
13.561.322.000
|
Veneto
|
12.201.750.000
|
E.Romagna
|
8.613.000.000
|
Liguria
|
1.435.500.000
|
Toscana
|
10.048.500.000
|
Umbria
|
1.148.400.000
|
Lazio
|
1.435.500.000
|
Marche
|
2.871.000.000
|
Abruzzo
|
1.148.400.000
|
Totale
|
58.923.122.000
|
P.O.
940026 I 1
Regioni
|
Importi
|
Molise
|
430.650.000
|
Campania
|
2.296.800.000
|
Puglia
|
4.593.600.000
|
Basilicata
|
861.300.000
|
Calabria
|
1.004.850.000
|
Sicilia
|
2.296.800.000
|
Sardegna
|
1.435.500.000
|
Totale
|
12.919.500.000
|
CONCLUSIONE
PREVISTA: Non è stata formalmente fissata.
PAGAMENTI
EFFETTUATI: Poche Regioni hanno richiesto gli anticipi previsti.
Soltanto le Regioni Toscana, Basilicata, Puglia e Molise hanno richiesto
e ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR, le altre non hanno ancora
richiesto gli anticipi.
Progetto
per la formazione di apprendisti nellindustria tessile e nellabbigliamento
Il
progetto nasce a seguito dellaccordo tra:
Federtessile
Associazioni
federatessili
Filta -
Cisl
Filtea-Cgil
Uilta-Uil
Anche
in questo caso il Ministero del lavoro è titolare del progetto
quadro la cui gestione è però affidata alle Regioni.
A livello locale queste cooperano con le parti sociali attivando, per
la realizzazione del progetto, tavoli di concertazione.
L'assistenza
tecnica è affidata all'ISFOL, che segue in generale tutti i progetti
di apprendistato, e che, nello specifico, opera insieme all'organismo
bilaterale nazionale (Commissione R.I.T.A.)
La
procedura utilizzata nella realizzazione del progetto è così
rappresentabile:
Il
Comitato di Pilotaggio, composto da rappresentanti del Ministero del
Lavoro, da rappresentanti della Commissione R.I.T.A.(Federtessile e
Filta Cisl, Filtea-Cgil, Uilta Uil) e da rappresentanti
delle Regioni, assume il compito principale di indirizzare e coordinare
le attività operative del progetto.
A
livello territoriale è importante il ruolo dellOrganismo
Bilaterale Territoriale (Regionale) di settore che, con il supporto
della Commissione Nazionale e dellAT, deve segnalare alle Regioni
le strutture formative ed i soggetti erogatori della formazione.
Risorse
assegnate alle Regioni
P.O.
940029 I 3
Regioni
|
Importi
|
Piemonte
|
725.700.000
|
Lombardia
|
4.449.164.600
|
Veneto
|
1.761.600.000
|
E.Romagna
|
880.800.000
|
Toscana
|
1.431.300.000
|
Marche
|
241.144.900
|
Abruzzo
|
880.800.000
|
Totale
|
10.370.509.500
|
P.O.940026
I 1
Regioni
|
Importi
|
Campania
|
770.700.000
|
Puglia
|
2.532.300.000
|
Totale
|
3.303.000.000
|
DURATA
DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità;
CONCLUSIONE
PREVISTA: Non è stata formalmente fissata
PAGAMENTI
EFFETTUATI: Anche in questo caso l'anticipo è stato richiesto
soltanto dalle Regioni Emilia Romagna e Puglia che hanno ricevuto il
I° anticipo di FSE e di FR.
"Arca
di Noé" Progetto per la formazione di apprendisti nella
piccola e media impresa
Il
Progetto formazione per lapprendistato nelle piccole e medie imprese
nasce da un accordo tra:
CONFAPI
CGIL-CISL-UIL
Il
progetto, promosso dalle parti sociali, vuole sperimentare dei percorsi
formativi per figure professionali, relative ad apprendisti delle Piccole
e Medie imprese.
Il
Ministero del lavoro è titolare del progetto quadro, mentre le
Regioni ( 9 per il Centro-Nord e 3 per il Sud) gestiscono le attività
a livello locale insieme alle parti sociali, promotrici del progetto,
con l'ausilio degli Enti Bilaterali (ERFEA), se presenti.
A
livello locale le Regioni e le parti sociali cooperano nell'ambito di
tavoli di concertazione per la realizzazione del progetto.
La
struttura organizzativa è sinteticamente la seguente:
Finanziamenti
assegnati per Regione
P.O.
940029 I 3
Regioni
|
Importi
|
Piemonte
|
3.644.220.000
|
Lombardia
|
3.708.000.000
|
Veneto
|
1.522.000.000
|
Friuli
|
809.000.000
|
E.Romagna
|
7.038.000.000
|
Toscana
|
1.142.000.000
|
Umbria
|
619.000.000
|
Abruzzo
|
619.000.000
|
Lazio
|
1.379.000.000
|
Totale
|
20.480.220.000
|
P.O.
940026 I 1
Regioni
|
Importi
|
Puglia
|
855.000.000
|
Basilicata
|
855.000.000
|
Sicilia
|
855.000.000
|
Totale
|
2.565.000.000
|
DURATA
DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità
CONCLUSIONE
PREVISTA: Non è stata formalmente fissata.
PAGAMENTI
EFFETTUATI: Le Regioni Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Basilicata,
Puglia hanno richiesto e ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR
, mentre le altre non hanno presentato alcuna richiesta di anticipi.
OSSERVAZIONI
CONCLUSIVE
Occorre
a questo punto fare una riflessione sui risultati ottenuti dalla sperimentazione
avviata a partire dal 1998.
A
tal proposito una lettura attenta dei dati di monitoraggio predisposti
dallISFOL potrà senza dubbio fornire importanti spunti
di riflessione.
Vorrei
comunque indicarne alcuni per contribuire al dibattito che si avrà
in questi giorni.
Innanzitutto
è importante riflettere sul numero di apprendisti che saranno
formati alla fine della sperimentazione. Le sei iniziative avrebbero
dovuto coinvolgere, come già detto, circa 24 mila apprendisti.
Nei fatti però, secondo i dati di monitoraggio, attualmente i
giovani coinvolti sono circa 13mila. Secondo le previsioni alla
fine della sperimentazione saranno formati 20mila giovani, di
cui 16.000 nelle regioni del Centro-Nord e 4mila in quelle del Sud.
Un
risultato quindi da considerare positivo specie se si
tiene conto delle notevoli difficoltà attuative alle quali si
è dovuto far fronte sia da parte dei soggetti gestori sia da
parte delle amministrazioni (nazionale e regionale). Per la prima volta
infatti si è tracciato un difficile percorso mirato alla formazione
esterna degli apprendisti. Varie sono state le difficoltà incontrate:
- ottenere
le informazioni sugli apprendisti da formare,
- offrire
una formazione adeguata,
- individuare
le strutture idonee ad assicurare tale formazione,
- assicurare
il completamento formativo di tutti gli allievi anche di coloro che
presentavano particolari specificità (apprendisti in mobilità,
leva militare, ecc)
- ecc.
Particolarmente
importante, per il risultato raggiunto, è stato il notevole
coinvolgimento, sia a livello nazionale che locale, di tutti
i soggetti impegnati nei progetti ( parti sociali, amministrazioni,
aziende). Tale sinergia ha rappresentato una importante e fruttuosa
modalità operativa che potrà assicurare in seguito una
adeguata messa a regime dellapprendistato.
Alcune
criticità vanno però evidenziate.
Innanzitutto,
occorre riflettere sulle difficoltà attuative riscontrate,
per tutti i progetti sperimentali, nelle regioni del Sud, dove,
secondo i dati di monitoraggio dellISFOL, risultano convolti nella
sperimentazione un numero di apprendisti notevolmente inferiore rispetto
al Centro-Nord. I motivi sono diversi:
- maggiori
agevolazioni alle imprese rispetto al resto del Paese che hanno reso
meno interessante il ricorso allapprendistato;
- minor
numero di aziende presenti sul territorio;
- difficoltà
di ottenere le informazioni sugli apprendisti
Sicuramente
per il futuro, per la messa a regime del nuovo apprendistato, sarà
necessario assicurare una maggiore attenzione alle problematiche connesse
alle Regioni del Sud.
Altro
aspetto che occorre evidenziare è quello connesso ai differenti
risultati ottenuti dalle due metodologie di gestione sperimentate.
Infatti i progetti gestiti dalle Regioni, dintesa con le parti
sociali, hanno avuto un avvio più lento e difficile. In alcune
Regioni addirittura le iniziative non sono ancora state avviate né
è stata fissata la data di conclusione. Il motivo di tale difficoltà
va probabilmente ricercato nella più complessa articolazione
delle procedure che vede più attori coinvolti nellerogazione
delle risorse. In futuro probabilmente la gestione diretta da parte
delle regioni dovrebbe facilitare lattuazione.
Per
quanto riguarda lerogazione delle risorse, va sollevato
un importante problema. Ad oggi per tutti i progetti finanziati con
il FSE, ed in particolare per quelli gestiti dalle Regioni, lUfficio
centrale ha erogato come anticipazione una parte molto ridotta di risorse
rispetto a quanto avrebbe potuto erogare. Ciò è dipeso
dal fatto che, nella maggior parte dei casi, non sono pervenute richieste
di erogazione di anticipi. Infatti nessuna richiesta risulta attualmente
inevasa dallamministrazione. Questo aspetto va meglio approfondito
per comprenderne i motivi. Si fa presente che spesso ciò comporta
una situazione di sofferenza per i centri di formazione impegnati nella
realizzazione del progetto.
Altra
questione estremamente importante è quella relativa allutilizzo
delle risorse assegnate per ciascun progetto. Già alla fine dello
scorso anno era stata richiesta una previsione di spesa per tutti i
progetti in modo da evitare risorse inutilizzate. Oggi non è
più possibile reimpegnare le eventuali economie pertanto si richiede
un impegno particolare per assicurare il pieno utilizzo del finanziamento
concesso.
Infine
vorrei spendere alcune parole sulla fase conclusiva dei progetti che
dovrà avvenire nei tempi concordati per ciascun progetto e, comunque,
non oltre la metà del 2001.
Tale
fase conclusiva è particolarmente delicata perché
impegna i soggetti attuatori ad effettuare alcune formalità previste
dalla normativa comunitaria e nazionale.
Per
i progetti gestiti dalle parti sociali la verifica amministrativo-contabile
sul rendiconto finale sarà effettuata dai servizi ispettivi del
Ministero che sono già stati informati della specificità
dei vari progetti. I soggetti attuatori dovranno però attenersi
a quanto fissato nelle varie circolari, note esplicative e nel Vademecum
appositamente predisposto. Il rendiconto dovrà essere inviato
entro 40 giorni dalla chiusura delle attività.
Per
quanto riguarda i progetti gestiti dalle Regioni, la verifica
sul rendiconto finale sarà effettuata dai servizi ispettivi della
singola Regione. Il risultato delle verifiche dovrà essere comunicato
al Ministero. A tal proposito si dovrà concordare una data limite
entro entro la quale si dovrà trasmettere la documentazione per
la chiusura del Programma Operativo.
Per
tutti i progetti è necessaria la trasmissione delle schede
di SEM 2000 sulle spese effettivamente sostenute. Tali dichiarazioni
sono importanti per la predisposizione del saldo finale del Programma
Operativo. Su tali dichiarazioni risultano fortemente in ritardo le
Regioni.
Per
finire si fa presente che in fase attuativa si sono presentati vari
problemi che nello spirito della massima collaborazione e flessibilità
sono stati di volta in volta chiariti e superati. Mi riferisco alle
questioni relative al numero degli allievi, alle assenze consentite,
alla rendicontazione degli sgravi contributivi, e così via. Altre
questioni probabilmente si porranno da qui alla fine della sperimentazione.
Vorrei però far presente che il Ministero collaborerà
per lindividuazione di soluzioni e procedure idonee in modo da
assicurare il buon andamento e la proficua chiusura di tutte le attività.
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