FORMEDIL



 

Interventi
Anastasia Giuffrida - Ministero del Lavoro

Convegno:
IL NUOVO APPRENDISTATO - Dalla sperimentazione alla costruzione del sistema
Giardini-Naxos, 10-12 maggio 2000


PREMESSA

Con l'art. 16 della legge 196 del 24 giugno 1997, detta legge Treu, è stato modificato e rilanciato l'istituto dell'apprendistato, in particolare è stato meglio regolamentato l'aspetto formativo di tale contratto speciale, detto anche "a causa mista" che conia insieme lavoro e formazione.

L'apprendistato ha avuto finora scarsa diffusione, ad eccezione del settore artigiano e di alcune professionalità. La necessità di rivedere tale istituto è sorta dall'impegno del Governo di riformare complessivamente la formazione professionale per renderla conforme alle esigenze del mondo del lavoro e farne uno strumento adeguato per l'inserimento occupazionale, specie, dei giovani.

Nei principali accordi espressi negli ultimi anni dal dialogo sociale sono state individuate infatti importanti innovazioni per il sistema di istruzione e formazione riguardanti in particolare il tema dell'integrazione tra sistemi, la certificazione, il riconoscimento dei crediti formativi, e così via.

La riforma dell'apprendistato si colloca quindi in un più ampio quadro di riordino del sistema formativo e di integrazione tra sistemi: lavoro, formazione e istruzione.

Il mio intervento mira a tracciare rapidamente il percorso normativo in materia di apprendistato, che può considerarsi ormai quasi del tutto definito, ad eccezione dei decreti che a breve dovranno essere emanati sui contenuti formativi di dettaglio connessi alle varie figure professionali ed alle tipologie produttive.

Illustrerò poi brevemente la sperimentazione attuata a partire dal 1998 sulla formazione degli apprendisti, in tutto il territorio nazionale, con il cofinanziamento del FSE - programmazione 1994-1999.

QUADRO NORMATIVO

L’apprendistato è definito dalla L. 25/55 come "uno speciale rapporto di lavoro in forza del quale l’imprenditore è obbligato a impartire o far impartire nella sua impresa, all’apprendista assunto alle sue dipendenze, l’insegnamento necessario perché possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore qualificato, utilizzandone l’opera nell’impresa medesima".

Dunque la peculiarità di tale istituto è proprio l’obbligo per l’azienda di garantire un’adeguata formazione sul lavoro attraverso l’affiancamento a personale qualificato e, nel contempo, l’obbligo per l’apprendista di partecipare a corsi (gratuiti) complementari di formazione.

Con l’approvazione della legge n. 196 del 24 giugno 1997 ( "Norme in materia di promozione dell’occupazione "), ed in particolare dell'art. 16, il Governo, nel rispetto dell’impegno assunto prima con il Patto per il Lavoro del 1993 e poi con l’Accordo per il lavoro del settembre 1996, ha dato attuazione alla riforma di un sistema che, negli altri Paesi europei, costituisce già da tempo uno snodo fondamentale della transizione dalla scuola al mondo del lavoro.

La legge n. 196 delinea un nuovo modello di apprendistato le cui principali novità sono:

  • allargamento della fascia d’età interessata dall’apprendistato che passa da 16 ai 24 anni, elevabili a 26 anni nelle aree dell'Ob. 1 e 2. Resta salvo il limite massimo di 29 anni per gli apprendisti artigiani. I limiti di età sono in ogni caso elevati di due anni per i giovani portatori di handicap;
  • definizione della durata massima del contratto che passa da 5 a 4 anni e individuazione di un limite minimo di 18 mesi;

  • possibilità di assumere come apprendisti anche i giovani con qualifica coerente con l’attività da svolgere e con diploma di scuola superiore;

  • introduzione di un limite minimo di 120 ore annue da destinare alla formazione complementare;

  • agevolazioni contributive concesse alle imprese subordinate all’effettiva partecipazione degli apprendisti alle iniziative formative complementari.

COME CAMBIA LA NORMATIVA
    Nuova disciplina Legge 25/1955

ETA’

Minima 16 anni 15 anni
Massima

24 anni
26 anni aree ob.1 e 2
29 settore artigiano

20 anni

DURATA

Minima 18 mesi -
Massima 4 anni 5 anni
Attività Formativa esterna all'azienda   120 ore annue minimo -

Per quanto riguarda i contenuti formativi delle iniziative di formazione complementare, la legge pur rinviando a successivi decreti, fornisce per il primo anno alcune indicazioni sulle principali tematiche da includere nell'attività formativa:

  • la disciplina del rapporto di lavoro;

  • l’organizzazione del lavoro;

  • le misure di prevenzione per la tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.

In attuazione a quanto disposto dalla L. 196/97, sono stati così emanati diversi provvedimenti per definire i vari aspetti connessi all'apprendistato.

In particolare, sono stati emanati due decreti ministeriali, dell'8 aprile 1998 e del 20 maggio 1999, con i quali si sono delineati i primi tratti della formazione per l'apprendistato, gli obiettivi prioritari, le tipologie di contenuto.

Il D.M. dell' 8 aprile 1998, recante "Disposizioni concernenti i contenuti formativi delle attività di formazione degli apprendisti", fornisce alcune indicazioni riguardo le attività formative esterne all’azienda:

Le attività formative per apprendisti sono strutturate in forma modulare (art. 2).

I contenuti sono :

  • a carattere trasversale, riguardanti il recupero di conoscenze linguistico-matematiche, i comportamenti relazionali, le conoscenze organizzative, gestionali, economiche. A tali contenuti dovrà essere destinato un numero di ore non inferiore al 35% del monte ore destinato alla formazione esterna
  • a carattere professionalizzante di tipo tecnico-scientifico e operativo, differenziati in funzione delle singole figure professionali.

    La formazione sui contenuti a carattere trasversale e di tipo tecnico-scientifico dovrà essere svolta nelle strutture accreditate dalla Regione ai sensi dell'art. 17 della L.196/97;

    Ogni azienda dovrà comunicare alla Regione la persona che svolge la funzione di tutore ossia che garantisce il raccordo tra formazione esterna all’azienda e esperienza di lavoro;

    La formazione esterna all'azienda dovrà essere certificata ed avrà valore di credito formativo nell'ambito del sistema formativo integrato;

    Il Ministero del Lavoro e della previdenza sociale promuove iniziative sperimentali di formazione per apprendisti con il cofinanziamento del FSE sulla base di accordi fra le Parti Sociali (art. 6).

In base all’art. 1 del decreto dell'8 aprile, i contenuti delle attività formative per apprendisti esterni all’azienda e le competenze da conseguire mediante l’esperienza di lavoro sono definiti, per ciascuna figura professionale o gruppi di figure professionali, con riferimento ai diversi settori produttivi, con apposito decreto ministeriale, emanato dal Ministero del lavoro d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione e sentito il parere della Conferenza Stato-Regioni".

Con il successivo Decreto Ministeriale del 20 maggio 1999 sono stati determinati, in attuazione a quanto disposto all' art. 1 del decreto dell’8 aprile, gli obiettivi di dettaglio dei contenuti trasversali, nonché gli obiettivi di massima dei contenuti professionalizzanti.


Le attività formative a carattere trasversale devono perseguire gli obiettivi indicati nel decreto articolati in quattro aree di contenuto:

  • Competenze relazionali
  • Organizzazione ed economia
  • Disciplina del rapporto di lavoro
  • Sicurezza sul lavoro

 

Per quanto riguarda invece i contenuti a carattere professionalizzante, il decreto indica gli obiettivi di massima che dovranno essere presi in considerazione quando saranno emanati i singoli decreti ministeriali. Si tratta di conoscenze su:

  • prodotti e servizi di settore e contesto aziendale;

  • basi tecniche e scientifiche della professionalità;

  • tecniche e i metodi di lavoro;

  • strumenti e le tecniche di lavoro;

  • misure di sicurezza individuale e tutela ambientale;

  • innovazioni di prodotto, di processo e di contesto.

Le funzioni di indirizzo e coordinamento sono affidate a un Comitato di Pilotaggio (Ministero del Lavoro, Ministero della Pubblica Istruzione, Regioni, Parti Sociali) che opera con il contributo delle categorie interessate e con il supporto tecnico dell'ISFOL per l'elaborazione dei contenuti formativi e della competenza da conseguire all’interno del contratto di apprendistato.

Per completezza di informazioni occorre fare un cenno anche a quanto disposto con la Circolare n. 93/98 del 16 luglio 1998 riguardante la messa a regime delle norme sulla formazione degli apprendisti".

In particolare la circolare prevede che:

  • le iniziative di formazione esterne all’azienda siano rivolte ai lavoratori assunti in qualità di apprendisti dal 19 luglio 1998;
  • le iniziative di formazione relative al primo anno potranno essere programmate e attuate entro 12 mesi dall’assunzione;
  • in attesa dell’adozione dei decreti le attività formative cofinanziate dal FSE sono da ritenersi valide ai fini dell’applicazione dell’art. 16 della legge 196 in materia di agevolazioni contributive;
  • le Regioni individueranno con propri provvedimenti le strutture regionali (pubbliche e private) di formazione professionale, e trasmetteranno al Ministero del Lavoro copia dei provvedimenti adottati entro il 31/10/98. Le strutture formative individuate sono da ritenersi comunque idonee allo svolgimento delle attività formative previste.

Il D.L. del 1 luglio 1999 n. 214, convertito con modifiche nella legge 263 del 2 agosto 1999, prevede alcune modifiche all’art. 16 della legge n. 196. In particolare si stabilisce che gli sgravi contributivi non trovano applicazione solo se l'azienda rifiuta di fare svolgere la formazione agli apprendisti a fronte di una proposta formale dell'amministrazione pubblica all'azienda. Inoltre, le imprese devono dare comunicazione alla regione degli apprendisti assunti e delle loro caratteristiche professionali in modo da consentire all'amministrazione pubblica di costruire offerte formative coerenti con il mondo del lavoro.

Le modalità per le comunicazioni sono state indicate nel D.M. 7 ottobre 1999 nel quale si stabilisce che le imprese devono comunicare all’Amministrazione referente i dati dell’apprendista e quelli del tutore aziendale entro 30 giorni dalla data di assunzione dell’apprendista stesso. Per gli apprendisti assunti a partire dal 19 luglio 1998, le imprese devono inviare la comunicazione entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento.

Con la Circolare n. 79 del 30/11/99 il Ministero del lavoro ha fornito chiarimenti sui seguenti punti:

  • Le comunicazioni relative all’organizzazione delle iniziative di formazione esterna sono inviate alle imprese direttamente dagli enti di formazione ( e non dall'amministrazione);
  • Le aziende devono comunicare i dati dell’apprendista alle Regioni;
  • Gli enti di formazione devono comunicare alle Regioni competenti territorialmente, gli elenchi dei partecipanti ai corsi e gli eventuali abbandoni;
  • Le iniziative di formazione esterna di cui ai progetti sperimentali ministeriali, risultano idonei rispetto all’assolvimento dell’obbligo formativo previsto dall’art. 16.

Infine è stato regolamentato, di recente, anche l'aspetto riguardante l'esperienza professionale richiesta per lo svolgimento delle funzioni di tutor aziendale con il D.M. 22/Segr/2000 del 28/2/2000.

Tale figura molto importante per la formazione dell'apprendista ha il compito di:

  • affiancare l’apprendista durante il periodo di apprendistato;
  • trasmettere le competenze necessarie all’esercizio delle attività lavorative;
  • favorire l’integrazione tra le iniziative formative esterne all’azienda e la formazione sul luogo di lavoro.

Inoltre, il tutore collabora con la struttura di formazione esterna all’azienda, allo scopo di valorizzare il percorso di apprendimento in alternanza, ed esprime le proprie valutazioni sulle competenze acquisite dall’apprendista ai fini dell’attestazione da parte del datore di lavoro.

Le funzioni di tutore possono essere svolte da un lavoratore qualificato designato dall’impresa oppure, nel caso di imprese con meno di quindici dipendenti e nelle imprese artigiane, dal titolare dell’impresa stessa, da un socio o da un familiare coadiuvante.

Il lavoratore designato dall’impresa per le funzioni di tutore deve:

  • possedere un livello di inquadramento contrattuale pari o superiore a quello che l’apprendista conseguirà alla fine del periodo di apprendistato;
  • svolgere attività lavorative coerenti con quelle dell’apprendista;
  • possedere almeno tre anni di esperienza lavorativa.

Le Regioni, di concerto con le organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e con i sindacati dei lavoratori, aderenti alle organizzazioni comparativamente più rappresentative, programmano specifici interventi formativi rivolti ai tutori al fine di sviluppare le competenze indicate nel decreto stesso.

Resta tuttora irrisolta la questione relativa alle agevolazioni contributive di cui all’art. 3 comma 6 della legge 196 per la quale il Ministero sta già individuando possibili soluzioni.

Per finire, si rammenta la legge n. 144 del 17 maggio 1999 che all'art. 68 prevede, a decorrere dall'anno 1999-2000, l'obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno d'età. Tale obbligo può essere assolto in percorsi anche integrati di istruzione e formazione: nel sistema di istruzione scolastica, nel sistema regionale di formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato

Come si può ben vedere quindi dal punto di vista normativo il percorso è stato ormai ben tracciato ed, a breve, sarà ancora meglio definito con i decreti che individueranno gli obiettivi specifici della formazione a contenuto professionalizzante.

Varie questioni comunque restano ancora da definire: la certificazione delle competenze, l'integrazione tra sistemi, l'accreditamento degli enti, ecc. Questioni sulle quali sono state già avviate riflessioni in appositi gruppi di lavoro che vedono coinvolte i principali soggetti interessati: le amministrazioni e le parti sociali.

PROGETTI SPERIMENTALI FINANZIATI CON LE RISORSE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO

Per consentire la diffusione di iniziative di formazione per apprendisti sono state avviate, ai sensi dell'art. 6 del decreto ministeriale dell'8 aprile 1998, importanti sperimentazioni finanziate con le risorse del FSE.

L'obiettivo era quello di testare in tempi brevi un modello di formazione per apprendisti che potesse essere migliorato ed esteso a livello territoriale.

Si tratta di progetti biennali finanziati dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e predisposti sulla base di accordi collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro per i settori che per primi avevano recepito la normativa sull'apprendistato e che quindi erano pronti per la sperimentazione.

Il Ministero del lavoro. ha così impegnato, a partire dal 1998, complessivamente per tutto il territorio nazionale (Centro-Nord e Sud) circa 240 miliardi di lire, suddivisi tra FSE e cofinanziamento nazionale per la formazione esterna all'azienda relativamente ai seguenti settori:

  1. industria metalmeccanica e installazione degli impianti;
  2. industria del settore delle costruzioni;
  3. imprese nel settore del turismo;
  4. imprese artigiane;
  5. industria tessile e abbigliamento;
  6. piccola e media impresa;

I progetti sono stati attuati secondo due diverse modalità, in modo da verificare quella più rispondente alle esigenze del settore e del territorio:

  • progetti gestiti direttamente dalle parti sociali ( industria metalmeccanica, industria delle costruzioni, settore turismo);
  • progetti gestiti dalle Regioni (imprese artigiane, PMI, industria tessile).

La funzione di coordinamento di tutti i progetti sperimentali è affidata ad un apposito Comitato nazionale (Ministero del lavoro, Ministero della Pubblica Istruzione, Regioni, Parti sociali) che ha compiti di indirizzo, sensibilizzazione, divulgazione del modello organizzativo e formativo.

A livello territoriale. invece, la funzione di coordinamento è svolta dal Coordinamento Regionale per l'apprendistato, composto da rappresentanti della Regione e delle parti sociali che hanno promosso i progetti sperimentali gestiti dalle Regioni.

Progetto per l’industria Metalmeccanica e dell’Installazione degli impianti
"Formazione per l’apprendistato" (DD 18/Segr del 28.1.1998 - D.D. 314/III/99)

Si tratta di un Progetto quadro a titolarità del Ministero del lavoro attuato da apposite Associazioni temporanee di Scopo (ATS) che sono composte da Enti di formazione individuati e selezionati dalle Commissioni paritetiche territoriali. I singoli progetti di fattibilità sono stati predisposti dalle ATS con le quali il Ministero del lavoro ha stipulato apposito atto di concessione contenente le modalità di attuazione dei singoli sotto-progetti.

Il progetto quadro, tra i primi della sperimentazione a partire, ha come obiettivo la formazione esterna all'azienda complessivamente per circa 5.000 apprendisti.

Un aspetto interessante è costituito dalla centralità del ruolo delle parti sociali, presenti sia nel Comitato di pilotaggio (insieme al Ministero del lavoro) sia nelle Commissioni paritetiche territoriali (organismi bilaterali del settore). Esiste quindi una forte collaborazione tra aziende, parti sociali ed enti di formazione

Organismi coinvolti

Federmeccanica
Assital

Fim
Fiom
Uilm

Finanziamento concesso

I ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1

TOTALE

FSE

L. 9.124.420.856

L. 14.607.000.000

L. 23.618.000.000

FR

L. 11.152.069.935

L. 4.869.000.000

L. 15.882.000.000

SPESA GLOBALE

L. 20.276.490.000

L.19.476.000.000

L. 39.500.000.000

II ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1

TOTALE

FSE

L. 9.308.929.650

L. 15.274.000.000

L. 24.697.000.000

FR

L. 11.377.579.560

L. 5.092.000.000

L. 16.608.000.000

SPESA GLOBALE

L.20.686.509.210

L.20.366.000.000

L. 41.305.000.000

Per il Centro-Nord (P.O.M. 940029 I 3) sono stati presentati, alla data del 30 giugno 1999, 54 progetti di fattibilità per un totale per la prima annualità di L. 20.276.490.790 (D.D. 314/III/99).

Al 31/12/99 gli importi rendicontati dalle singole ATS sono stati però inferiori rispetto agli importi preventivati. Ciò è dipeso da alcune rinunce e riformulazioni dei piani finanziari.

Il Ministero ha così provveduto a disimpegnare complessivamente per la 1a e 2a annualità per il Centro-Nord circa 1.5miliardi.

Per il SUD (P.O.M. 940026 I 1) si è riscontrata una maggiore difficoltà di realizzazione. In data 16/11/99 il finanziamento del progetto è stato notevolmente ridotto e rideterminato in £. 3.312.000.000, per un totale di 5 progetti convenzionati. Il disimpegno è stato quindi di £. 36.530.794.605.

CONCLUSIONE ATTIVITA’: la scadenza è prevista per il 30/6/2000;
PAGAMENTI EFFETTUATI: P.O. 940029 I 3 - Erogato il I° anticipo relativo alla prima annualità del progetto per la quota di FSE e di FR a 32 su 54 ATS;
Erogato il I° anticipo relativo alla seconda annualità del progetto per la quota di FSE e di FR a 4 ATS;
P.O. 940026 I 1 - Erogato il I° anticipo relativo alla prima annualità del progetto per la quota di FSE e di FR a 3 su 5 ATS.

Progetto sperimentale per l’industria delle costruzioni
(DD 246/III/99 del 2.7.1998)

Si tratta di un progetto presentato ed attuato dal FORMEDIL, organismo bilaterale di categoria, che, per l'esperienza maturata, ha individuato un sistema nazionale di certificazione delle competenze ed ha introdotto nel Contratto collettivo di categoria il "libretto personale di formazione edile" per la certificazione dei crediti formativi.

Il progetto sperimentale ha durata biennale e dovrebbe coinvolgere circa 2000 apprendisti.

Finanziamento concesso

I ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1
Rimodulato
D.D. 246/III/99

TOTALE NAZIONALE

FSE

L.2.892.802.419

L. 756.194.933

L. 3.648.997.352

FR

L. 3.535.647.401

L. 252.064.978

L. 3.787.712.379

SPESA GLOBALE

L.6.428.449.820

L.1.008.259.911

L. 7.436.709.731

II ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1
Rimodulato
D.D. 246/III/99

TOTALE NAZIONALE

FSE

L. 2.226.327.046

L. 699.900.750

L. 2.926.227.796

FR

L. 2.721.066.390

L. 233.300.250

L. 2.954.366.640

SPESA GLOBALE

L. 4.947.393.436

L. 933.201.000

L. 5.880.594.436

Per la prima annualità sul P.O. 940029 I 3 è stato rendicontato l’importo di L.3.883.453.159, meno quindi del preventivato( per un importo di L. 2.544.996.661).

CONCLUSIONE ATTIVITA’: concessa proroga al 31/12/2000;

PAGAMENTI EFFETTUATI: L’ente ha ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR per la prima annualità sul P.O. 940026 I 1 e 940029 I 3.

CRITICITA’ RILEVATA Nelle aree dell'ob 1 si sono riscontrate maggiori difficoltà operative e in particolare la riduzione del numero degli allievi coinvolti.

Progetto per la formazione nelle imprese del settore del turismo "Verso il 2000
(DD 373/III/99 del 30.9.1998)

Dal 1991 il CCNL del settore turismo ha intrapreso il cammino verso l’innovazione dell’istituto sull’apprendistato inteso come contratto di lavoro stagionale o part-time. Ad oggi si prevede lo svolgimento dell’apprendistato in più stagioni, adeguandolo ai ritmi lavorativi dell’azienda.

Il progetto sperimentale, che recepisce la specificità del settore, è gestito direttamente dalle parti sociali, costituite in Associazione temporanea, con il compito di organizzare le azioni a livello nazionale. La durata è biennale e si prevede il coinvolgimento di circa 4000 apprendisti.

Il coordinamento è affidato ad un Comitato interno di pilotaggio, mentre i contenuti dell'attività formativa sono seguiti da una Commissione tecnica nazionale paritetica ed un apposito Comitato scientifico.

In sintesi la struttura gestionale prevede il coinvolgimento di più soggetti, come di seguito:

Enti attuatori

CONFCOMMERCIO
FILCAMS-CGIL
FISASCAT-CISL
UILTUCS-UIL
ENTI CONVENZIONATI

Finanziamento concesso

I ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1

TOTALE

FSE

L. 2.850.779.880

L. 3.801.040.200

L. 6.651.820.080

FR

L. 3.484.286.520

L. 1.267.013.400

L. 4.751.299.920

SPESA GLOBALE

L.6.335.066.400

L.5.068.053.600

L. 11.403.120.000

       

II ANNUALITA’

POM 940029 I 3

POM 940026 I 1

TOTALE

FSE

L. 6.651.819.720

L.8.869.093.800

L. 15.520.913.520

FR

L. 8.130.001.880

L. 2.956.364.600

L. 11.086.366.480

SPESA GLOBALE

L.14.781.821.600

L.11.825.458.400

L. 26.607.280.000

DURATA DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità;

CONCLUSIONE ATTIVITA’: Il progetto si dovrebbe concludere il 30/6/2000;

PAGAMENTI EFFETTUATI: L’ente ha ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR per la prima annualità del progetto relativamente al P.O. 940026 I 1 e 940029 I 3.

PARTICOLARITA’ DEL PROGETTO: Sono previsti appositi interventi di 32 ore minime per gli apprendisti stagionali che costituiscono una prima sperimentazione a favore di questo segmento che è molto presente tra gli apprendisti del settore turistico.

ANDAMENTO DEL PROGETTO: Al Nord sono stati attivati e programmati circa 120 corsi, di cui 37 avviati, mentre al Sud ad oggi non è stato attivato nessun corso, programmati 95.

Progetti sperimentali gestiti dalle Regioni

Si tratta di progetti a titolarità del Ministero del Lavoro, ma gestiti dalle Regioni con modalità individuate nell'ambito di tavoli di concertazione costituiti con i rappresentanti locali dei soggetti promotori a livello nazionale.

Sono stati così impegnati ed attribuiti alle singole Regioni ( Centro-Nord e Sud) complessivamente L. 108.561.351.500, distinti in FSE e FR, per tre progetti sperimentali su sei.

Alcune Regioni hanno individuato gli enti attuatori attraverso l’emissione di bandi di gara con la successiva valutazione e aggiudicazione dei progetti selezionati (es.Veneto ed Emilia Romagna), altre Regioni hanno attivato altre procedure.

Nel complesso comunque, i progetti gestiti dalle Regioni hanno avuto un avvio più lento e difficile, rispetto agli altri tre progetti sperimentali. In molti casi le iniziative non sono ancora state avviate né si prevede la data di conclusione.

Ciò è senza dubbio una conseguenza della diversità tra le varie realtà territoriali.

Vediamo di seguito i vari progetti.

Progetto per la formazione di apprendisti nelle imprese artigiane

Il progetto è promosso direttamente dalle Organizzazioni di rappresentanza delle parti sociali dell’artigianato più rappresentative a livello nazionale. (Confartigianato, CNA, CASA CLAAI e CGIL, CISL, UIL) sulla base di un accordo Interconfederale-Intercategoriale.

Il Ministero del lavoro è titolare del progetto quadro, ma la gestione, a livello territoriale, è affidata alle Regioni secondo linee guida concordate a livello nazionale. Le parti sociali partecipano alla gestione locale insieme alla Regione. In particolare esse promuovono le iniziative formative a livello locale, forniscono l'elenco degli apprendisti agli Enti di formazione, definiscono i contenuti e le metodologie dei vari moduli, effettuano il monitoraggio delle attività e collaborano con le Regioni per l'individuazione dei criteri per la scelta dei soggetti attuatori e così via.

Questo progetto sperimentale ha durata biennale e prevede un considerevole numero di apprendisti da coinvolgere: circa 10.000 su tutto il territorio.

Le risorse impegnate sono state complessivamente sono state di circa 72miliardi, distribuite tra le Regioni a seconda del numero potenziale di apprendisti da coinvolgere.

Risorse assegnate alle regioni

P.O. 940029 I 3

    Regioni

    Importi

    Piemonte

    6.459.750.000

    Lombardia

    13.561.322.000

    Veneto

    12.201.750.000

    E.Romagna

    8.613.000.000

    Liguria

    1.435.500.000

    Toscana

    10.048.500.000

    Umbria

    1.148.400.000

    Lazio

    1.435.500.000

    Marche

    2.871.000.000

    Abruzzo

    1.148.400.000

    Totale

    58.923.122.000

P.O. 940026 I 1

    Regioni

    Importi

    Molise

    430.650.000

    Campania

    2.296.800.000

    Puglia

    4.593.600.000

    Basilicata

    861.300.000

    Calabria

    1.004.850.000

    Sicilia

    2.296.800.000

    Sardegna

    1.435.500.000

    Totale

    12.919.500.000

CONCLUSIONE PREVISTA: Non è stata formalmente fissata.

PAGAMENTI EFFETTUATI: Poche Regioni hanno richiesto gli anticipi previsti. Soltanto le Regioni Toscana, Basilicata, Puglia e Molise hanno richiesto e ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR, le altre non hanno ancora richiesto gli anticipi.

Progetto per la formazione di apprendisti nell’industria tessile e nell’abbigliamento

Il progetto nasce a seguito dell’accordo tra:

Federtessile
Associazioni federatessili
Filta - Cisl
Filtea-Cgil
Uilta-Uil

Anche in questo caso il Ministero del lavoro è titolare del progetto quadro la cui gestione è però affidata alle Regioni. A livello locale queste cooperano con le parti sociali attivando, per la realizzazione del progetto, tavoli di concertazione.

L'assistenza tecnica è affidata all'ISFOL, che segue in generale tutti i progetti di apprendistato, e che, nello specifico, opera insieme all'organismo bilaterale nazionale (Commissione R.I.T.A.)

La procedura utilizzata nella realizzazione del progetto è così rappresentabile:

Il Comitato di Pilotaggio, composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro, da rappresentanti della Commissione R.I.T.A.(Federtessile e Filta —Cisl, Filtea-Cgil, Uilta —Uil) e da rappresentanti delle Regioni, assume il compito principale di indirizzare e coordinare le attività operative del progetto.

A livello territoriale è importante il ruolo dell’Organismo Bilaterale Territoriale (Regionale) di settore che, con il supporto della Commissione Nazionale e dell’AT, deve segnalare alle Regioni le strutture formative ed i soggetti erogatori della formazione.

Risorse assegnate alle Regioni

P.O. 940029 I 3

    Regioni

    Importi

    Piemonte

    725.700.000

    Lombardia

    4.449.164.600

    Veneto

    1.761.600.000

    E.Romagna

    880.800.000

    Toscana

    1.431.300.000

    Marche

    241.144.900

    Abruzzo

    880.800.000

    Totale

    10.370.509.500

P.O.940026 I 1

    Regioni

    Importi

    Campania

    770.700.000

    Puglia

    2.532.300.000

    Totale

    3.303.000.000

DURATA DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità;

CONCLUSIONE PREVISTA: Non è stata formalmente fissata

PAGAMENTI EFFETTUATI: Anche in questo caso l'anticipo è stato richiesto soltanto dalle Regioni Emilia Romagna e Puglia che hanno ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR.

"Arca di Noé" Progetto per la formazione di apprendisti nella piccola e media impresa

Il Progetto formazione per l’apprendistato nelle piccole e medie imprese nasce da un accordo tra:
CONFAPI
CGIL-CISL-UIL

Il progetto, promosso dalle parti sociali, vuole sperimentare dei percorsi formativi per figure professionali, relative ad apprendisti delle Piccole e Medie imprese.

Il Ministero del lavoro è titolare del progetto quadro, mentre le Regioni ( 9 per il Centro-Nord e 3 per il Sud) gestiscono le attività a livello locale insieme alle parti sociali, promotrici del progetto, con l'ausilio degli Enti Bilaterali (ERFEA), se presenti.

A livello locale le Regioni e le parti sociali cooperano nell'ambito di tavoli di concertazione per la realizzazione del progetto.

La struttura organizzativa è sinteticamente la seguente:

Finanziamenti assegnati per Regione

P.O. 940029 I 3

Regioni

Importi

Piemonte

3.644.220.000

Lombardia

3.708.000.000

Veneto

1.522.000.000

Friuli

809.000.000

E.Romagna

7.038.000.000

Toscana

1.142.000.000

Umbria

619.000.000

Abruzzo

619.000.000

Lazio

1.379.000.000

Totale

20.480.220.000

P.O. 940026 I 1

Regioni

Importi

Puglia

855.000.000

Basilicata

855.000.000

Sicilia

855.000.000

Totale

2.565.000.000

DURATA DEL PROGETTO: Il progetto è articolato in due annualità

CONCLUSIONE PREVISTA: Non è stata formalmente fissata.

PAGAMENTI EFFETTUATI: Le Regioni Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia hanno richiesto e ricevuto il I° anticipo di FSE e di FR , mentre le altre non hanno presentato alcuna richiesta di anticipi.

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

Occorre a questo punto fare una riflessione sui risultati ottenuti dalla sperimentazione avviata a partire dal 1998.

A tal proposito una lettura attenta dei dati di monitoraggio predisposti dall’ISFOL potrà senza dubbio fornire importanti spunti di riflessione.

Vorrei comunque indicarne alcuni per contribuire al dibattito che si avrà in questi giorni.

Innanzitutto è importante riflettere sul numero di apprendisti che saranno formati alla fine della sperimentazione. Le sei iniziative avrebbero dovuto coinvolgere, come già detto, circa 24 mila apprendisti. Nei fatti però, secondo i dati di monitoraggio, attualmente i giovani coinvolti sono circa 13mila. Secondo le previsioni alla fine della sperimentazione saranno formati 20mila giovani, di cui 16.000 nelle regioni del Centro-Nord e 4mila in quelle del Sud.

Un risultato quindi da considerare positivo specie se si tiene conto delle notevoli difficoltà attuative alle quali si è dovuto far fronte sia da parte dei soggetti gestori sia da parte delle amministrazioni (nazionale e regionale). Per la prima volta infatti si è tracciato un difficile percorso mirato alla formazione esterna degli apprendisti. Varie sono state le difficoltà incontrate:

  • ottenere le informazioni sugli apprendisti da formare,
  • offrire una formazione adeguata,
  • individuare le strutture idonee ad assicurare tale formazione,
  • assicurare il completamento formativo di tutti gli allievi anche di coloro che presentavano particolari specificità (apprendisti in mobilità, leva militare, ecc)
  • ecc.

Particolarmente importante, per il risultato raggiunto, è stato il notevole coinvolgimento, sia a livello nazionale che locale, di tutti i soggetti impegnati nei progetti ( parti sociali, amministrazioni, aziende). Tale sinergia ha rappresentato una importante e fruttuosa modalità operativa che potrà assicurare in seguito una adeguata messa a regime dell’apprendistato.

Alcune criticità vanno però evidenziate.

Innanzitutto, occorre riflettere sulle difficoltà attuative riscontrate, per tutti i progetti sperimentali, nelle regioni del Sud, dove, secondo i dati di monitoraggio dell’ISFOL, risultano convolti nella sperimentazione un numero di apprendisti notevolmente inferiore rispetto al Centro-Nord. I motivi sono diversi:

  • maggiori agevolazioni alle imprese rispetto al resto del Paese che hanno reso meno interessante il ricorso all’apprendistato;
  • minor numero di aziende presenti sul territorio;
  • difficoltà di ottenere le informazioni sugli apprendisti

Sicuramente per il futuro, per la messa a regime del nuovo apprendistato, sarà necessario assicurare una maggiore attenzione alle problematiche connesse alle Regioni del Sud.

Altro aspetto che occorre evidenziare è quello connesso ai differenti risultati ottenuti dalle due metodologie di gestione sperimentate. Infatti i progetti gestiti dalle Regioni, d’intesa con le parti sociali, hanno avuto un avvio più lento e difficile. In alcune Regioni addirittura le iniziative non sono ancora state avviate né è stata fissata la data di conclusione. Il motivo di tale difficoltà va probabilmente ricercato nella più complessa articolazione delle procedure che vede più attori coinvolti nell’erogazione delle risorse. In futuro probabilmente la gestione diretta da parte delle regioni dovrebbe facilitare l’attuazione.

Per quanto riguarda l’erogazione delle risorse, va sollevato un importante problema. Ad oggi per tutti i progetti finanziati con il FSE, ed in particolare per quelli gestiti dalle Regioni, l’Ufficio centrale ha erogato come anticipazione una parte molto ridotta di risorse rispetto a quanto avrebbe potuto erogare. Ciò è dipeso dal fatto che, nella maggior parte dei casi, non sono pervenute richieste di erogazione di anticipi. Infatti nessuna richiesta risulta attualmente inevasa dall’amministrazione. Questo aspetto va meglio approfondito per comprenderne i motivi. Si fa presente che spesso ciò comporta una situazione di sofferenza per i centri di formazione impegnati nella realizzazione del progetto.

Altra questione estremamente importante è quella relativa all’utilizzo delle risorse assegnate per ciascun progetto. Già alla fine dello scorso anno era stata richiesta una previsione di spesa per tutti i progetti in modo da evitare risorse inutilizzate. Oggi non è più possibile reimpegnare le eventuali economie pertanto si richiede un impegno particolare per assicurare il pieno utilizzo del finanziamento concesso.

Infine vorrei spendere alcune parole sulla fase conclusiva dei progetti che dovrà avvenire nei tempi concordati per ciascun progetto e, comunque, non oltre la metà del 2001.

Tale fase conclusiva è particolarmente delicata perché impegna i soggetti attuatori ad effettuare alcune formalità previste dalla normativa comunitaria e nazionale.

Per i progetti gestiti dalle parti sociali la verifica amministrativo-contabile sul rendiconto finale sarà effettuata dai servizi ispettivi del Ministero che sono già stati informati della specificità dei vari progetti. I soggetti attuatori dovranno però attenersi a quanto fissato nelle varie circolari, note esplicative e nel Vademecum appositamente predisposto. Il rendiconto dovrà essere inviato entro 40 giorni dalla chiusura delle attività.

Per quanto riguarda i progetti gestiti dalle Regioni, la verifica sul rendiconto finale sarà effettuata dai servizi ispettivi della singola Regione. Il risultato delle verifiche dovrà essere comunicato al Ministero. A tal proposito si dovrà concordare una data limite entro entro la quale si dovrà trasmettere la documentazione per la chiusura del Programma Operativo.

Per tutti i progetti è necessaria la trasmissione delle schede di SEM 2000 sulle spese effettivamente sostenute. Tali dichiarazioni sono importanti per la predisposizione del saldo finale del Programma Operativo. Su tali dichiarazioni risultano fortemente in ritardo le Regioni.

Per finire si fa presente che in fase attuativa si sono presentati vari problemi che nello spirito della massima collaborazione e flessibilità sono stati di volta in volta chiariti e superati. Mi riferisco alle questioni relative al numero degli allievi, alle assenze consentite, alla rendicontazione degli sgravi contributivi, e così via. Altre questioni probabilmente si porranno da qui alla fine della sperimentazione. Vorrei però far presente che il Ministero collaborerà per l’individuazione di soluzioni e procedure idonee in modo da assicurare il buon andamento e la proficua chiusura di tutte le attività.