Modulo 2.4: confezionamento e getto del calcestruzzo
Contenuti tecnico - scientifici
TECNOLOGIA EILE : individuazione della struttura - 116
individuazione della struttura - sintesi delle norme sul cemento armato - D.M. 09/01/1996

Arch. Alberto Pedrazzoli


1. DEFINIZIONI

Peso del conglomerato semplice

= 24 kN/m3

2400 Kg/m3 = 24 Q.li /m3 = 2,4 T/m3

Peso del conglomerato armato

= 25 kN/m3

2500 Kg/m3 = 25 Q.li /m3 = 2,5 T/m3

Rc

= Resistenza cubica

Resistenza a compressione di un cubo di conglomerato

Rck

= Resistenza cubica caratteristica

Resistenza nelle prove a compressione a 28 giorni sui cubi confezionati nei prelievi

Peso dell’acciaio

= 78,5 kN/m3

7850 Kg/m3 = 78,5 Q.li /m3 = 7,85 T/m3

ƒc

= Resistenza cilindrica

Tensione a cui l’acciaio le barre di acciaio perdono le proprietà elastiche

ƒy

= Tensione di snervamento

Tensione a cui l’acciaio le barre di acciaio perdono le proprietà elastiche

ƒt

= Tensione di rottura

Tensione a cui l’acciaio le barre di acciaio si rompono

ƒk

= Tensione caratteristica

Tensioni rilevate in laboratorio sulle barre campione prelevate in cantiere

FeB22k

= Barre di acciaio tonde a bassa resistenza

FeB32k

= Barre di acciaio tonde lisce ad alta resistenza

FeB22k

= Barre di acciaio tonde ad aderenza migliorata a bassa resistenza

FeB22k

= Barre di acciaio tonde ad aderenza migliorata ad alta resistenza

2. CONGLOMERATO: RESISTENZA CARATTERISTICA

Rck

minima

Superiore a 15 N/mm2

150 Kg/cm2

Rck

massima

Non superiore a 55 N/mm2

550 Kg/cm2

Se superiore a 40 N/mm2

400 Kg/cm2

sono richiesti controlli statistici sia preliminari che in corso d’impiego

3. CONGLOMERATO: PRELIEVI PER VERIFICARE LA RESISTENZA CARARTERISTICA DEL GETTO

La resistenza (Rck ) del conglomerato va dedotta da prove a compressione a 28 giorni su cubi preparati e confezionati nei prelievi.

I prelievi vanno eseguiti secondo le norme UNI 6127 (preparazione e stagionatura dei prelievi)

La forma e le dimensioni dei campioni devono rispettare le norme UNI 6130/1a e UNI 6130/2a


Numero dei prelievi

Costruzioni da 100 m3 di getto

Nelle costruzioni con più di 100 m3 di getto ogni controllo di accettazione è rappresentato da tre prelievi, ciascuno eseguito su un massimo di 100 m3 di getto di miscela omogenea Þ risulta un controllo di accettazione ogni 300 m3 massimo di getto.

Per ogni giorno di getto va fatto almeno un prelievo.

Costruzioni fino a 100 m3 di getto

Nelle costruzioni con meno di 100 m3 di getto di miscela omogenea resta l’obbligo di almeno 3 prelievi. Non è obbligatorio il prelievo giornaliero.

Il prelievo dei provini va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori o di un tecnico di sua fiducia.

Il Direttore dei lavori dovrà curare mediante apposite sigle che i provini inviati ai Laboratori Ufficiali siano effettivamente quelli da lui contrassegnati.

Le casseforme dei provini devono essere costruite con materiale non assorbente.

I provini devono essere di forma cubica con il lato proporzionato alla dimensione massima dell’aggregato, secondo la seguente tabella.

Dimensione massima dell’aggregato

mm

fino a 16

oltre 16

fino a 31,5

oltre 31,5

fino a 63

oltre 63

fino a 125

oltre 125

Lato del provino

mm

100

150

200

250

300

Il conglomerato va sistemato nei provini e costipato. I vibratori ad immersione in uso nei cantieri possono essere usati esclusivamente come mezzo di vibrazione esterna.

La sformatura dei provini deve avvenire a 24 ore dal getto.

Prima di essere sformati i provini vanno contrassegnate con apposite sigle di identificazione.

I provini devono essere conservati alla temperatura di 20 + 2 °C, con umidità relativa non minore del 90%, sistemandoli sotto sabbia o stracci mantenuti umidi in sotterranei o baracche coibentate.

Il verbale relativo ad una serie di provini, oltre ai dati di identificazione dell’impasto, deve contenere le seguenti indicazioni:

  • forma, dimensione e numero dei provini;
  • sigla di identificazione;
  • massa alla sformatura;
  • modalità di preparazione: tipo del mezzo vibrante impiegato, ampiezza, frequenza e durata della vibrazione, eventuale impiego di pestelli.

I provini vanno consegnati ad un Laboratorio Ufficiale per le prove prescritte.

4. CONGLOMERATO: MODALITÀ DI GETTO

Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.

Il getto deve essere convenientemente compattato; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni.

Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 oC, salvo il ricorso ad opportune cautele (antigelo, riscaldamento del getto)

Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche.

La decisione su quando effettuare il disarmo è lasciata al giudizio del direttore dei lavori.

5. ACCIAIO DA CEMENTO ARMATO NORMALE: FORNITURA

L’uso di acciai in rotolo è ammesso normalmente per diametri minori o uguali a Æ 14.

Le barre di acciaio tonde lisce devono avere la seguente resistenza:

TIPO DI ACCIAIO

Fe B 22 k

FE B 32 k

Tensione caratteristica di snervamento

fyk

N/mm2

³ 215

³ 315

kg/cm2

³ 2150

³ 3150

Tensione caratteristica di rottura

ftk

N/mm2

³ 335

³ 490

kg/cm2

³ 3350

³ 4900

Le barre di acciaio ad aderenza migliorata devono avere la seguente resistenza:

TIPO DI ACCIAIO

Fe B 38 k

FE B 44 k

Tensione caratteristica di snervamento

fyk

N/mm2

³ 375

³ 430

kg/cm2

³ 3750

³ 4300

Tensione caratteristica di rottura

ftk

N/mm2

³ 450

³ 540

kg/cm2

³ 4500

³ 5400

È obbligatorio il controllo all’arrivo dei tondini in cantiere.

Vanno prelevati 3 spezzoni di uno stesso diametro e per ogni tipo di diametri e per ogni partita.

I campioni vanno consegnati ad un Laboratorio Ufficiale per le prove prescritte.

6. ACCIAIO DA CEMENTO ARMATO NORMALE: CONFEZIONAMENTO

Staffe in travi longitudinali

Le staffe vanno collegate con apposite armature longitudinali. Vanno disposte come minimo tre staffe al metro.

In prossimità dei carichi concentrati il passo delle staffe non dovrà superare il valore di 12 volte il diametro dell’armatura longitudinale. In presenza di torsione il passo delle staffe non dovrà superare i 20 cm.

Ancoraggio delle barre

Le barre tese devono essere prolungate oltre la sezione nella quale esse sono soggette alla massima tensione.

Le barre tonde lisce devono essere ancorate con uncini del diametro interno non inferiore a 5 diametri e prolungati oltre il semicerchio di non meno 3 diametri.

Nelle barre ad aderenza migliorata è ammessa l’omissione degli uncini, ma l’ancoraggio deve essere pari a 20 diametri, con un minimo di 15 cm. Se presenti, gli uncini dovranno avere un raggio interno pari ad almeno 6 diametri (diametro interno dell’uncino è pari a 12 diametri)


Pilastri

Il numero minimo di barre longitudinali è quattro per i pilastri a sezione rettangolare o quadrata e sei per quelli a sezione circolare.

Il diametro minimo delle barre longitudinali non deve essere minore di 12 mm. Va sempre prevista una staffatura posta ad interasse non maggiore di 15 volte il diametro minimo delle barre longitudinali, con un massimo di 25 cm.

Il diametro delle staffe non deve essere minore di 6 mm e di 1/4 del diametro massimo delle barre longitudinale.

Setti e pareti

Diametro minimo delle barre longitudinali pari a 8 mm

Diametro minimo delle barre longitudinali pari a 5 mm

Vanno disposti elementi di collegamento tra le due armature poste su facce parallele in numero pari a 6 per ogni metro quadrato di parete.

Barre piegate

Le barre piegate devono presentare, nelle piegature un raccordo circolare di raggio non minore di 6 volte il diametro.

Giunzioni

Le giunzioni in zona tesa, se proprio necessarie, vanno effettuate nelle regioni di minor sollecitazione.

Esse si possono effettuare mediante:

  • saldatura in conformità alle norme vigenti sulle saldature; prima va accertata la saldabilità degli acciai;
  • manicotto filettato;
  • sovrapposizione delle barre per non meno di 20 diametri; la mutua distanza (interferro) non deve superare i 6 diametri.

Copriferro

La superficie dell’armatura deve distare dalle facce esterne del conglomerato (copriferro):

  • nel caso di solette, setti e pareti di almeno 0,8 cm; in ambienti aggressivi di almeno 2 cm;
  • nel caso di travi e pilastri di almeno 2 cm; in ambienti aggressivi di almeno 4 cm

Interferro

La distanza tra le superfici delle barre (interferro) deve essere di almeno 2 cm. In caso di barre accoppiate la distanza tra le coppie di barre deve essere di 4 cm


Scheda: TE11S10a